Si potrà o meno essere d’accordo con Papa Francesco, ma di certo non si può negare che sia il più rivoluzionario uomo di Chiesa di tutti i tempi. Dopo le storiche aperture ai divorziati, ai separati, ai gay, ai credenti di altre fedi, alle donne che hanno abortito, agli agnostici, ai cinesi, ai marxisti, alle ciccione coi fuseaux leopardati, ai fan di Gigi D’Alessio e alle bestemmie, arriva quella più stupefacente: l’apertura agli atei.
“La grande lezione del Santo Padre è molto semplice eppure straordinaria: non credere in Dio non può essere motivo di discriminazione”, ha spiegato il Cardinal Keating, già membro del Pontificio Consiglio per il Dialogo con i non credenti, e oggi incaricato dal Papa di promuovere un confronto aperto e sereno con il mondo dell’ateismo. “Vogliamo che nessuno dei nostri fratelli atei venga escluso dagli immensi doni di cui gode il cristiano”.
Padre Mortara, che si occuperà in particolare di mantenere i contatti con i figli piccoli dei non credenti, è ancora più esplicito: “Cosa c’è di più bello del far parte di una grande famiglia unita, apportare un contributo alla sua vita quotidiana, condividerne le piccole avventure di ogni giorno? Il Pontefice ci ha concesso il privilegio di aiutarlo in questa grandiosa opera di inclusione, esortandoci a considerare anche gli atei come nostri fratelli in Cristo”.
Per il futuro, quindi, anche coloro che non credono verranno trattati esattamente come i cristiani: verseranno l’8 per mille alla Chiesa Cattolica e potranno usare i luoghi di culto per le cerimonie, pagando gli stessi oboli dei credenti, andranno a messa tre volte l’anno come la maggioranza dei devoti e saranno finalmente esonerati dal leggere la Bibbia e motivare le proprie convinzioni. Inoltre saranno loro impartiti tutti i sacramenti, senza maggiorazioni. “Potranno inizialmente darsi casi in cui il non credente faccia mostra di non desiderare il sacramento, o di non volere che i figli siano accolti nell’abbraccio della Chiesa mercè il Santo Battesimo”, ammette Padre Mortara, “ma saranno episodi sporadici, dovuti al ricordo triste dell’esclusione dai sacramenti subita per tanti anni. Il non credente, che peraltro è stolto, come insegnano le Scritture, ha tanto sofferto per la mancanza dell’amore di Dio, da convincersi di non volere ciò che gli era negato, ma poi rinsavirà, oh se rinsavirà!”
Non poteva mancare, in questo quadro di riconciliazione ed inclusione, la collaborazione del Governo, sempre in prima fila quando si tratta di cancellare i perniciosi cascami della Rivoluzione Francese: sono allo studio un provvedimento per estendere anche ai non avvalentisi l’Insegnamento della Religione Cattolica, una tassa sui non battezzati e l’iscrizione coattiva all’oratorio per i minori di anni 14.