ROMA (Casaleggio Spa) – “Due, quattro, sette, otto, il pigiama a noi ci ha rotto! Otto, dieci, venti e sette, dateci almeno due cuffiette! Sette, quattro, dieci e otto, non troviamo un altro motto”: sono migliaia le persone che, scendendo in strada, oltre a riuscire a migliore la viabilità di Roma hanno manifestato per una giusta causa che si ripete da duemiladiciannove anni: la mancanza di un regalo vero per chi è nato a Dicembre.
“È una vergogna”, “Le pantofole col pellicciotto te le metti tu”, “Il concepimento primaverile non è un reato”, sono solo alcuni dei cartelli che i manifestanti alzano al cielo.
“Non è colpa nostra”, precisa Riccardino Distanti, capo del movimento improvvisato che, grazie al tam tam sulla Rete, è riuscito a portare in piazza molte persone superando le più rosee aspettative, “Non è colpa nostra se siamo nati a Dicembre, se i nostri genitori hanno deciso (o forse no) di provare ad avere un figlio ai primi accenni di primavera: anzi, siamo i figli del risveglio della Natura, dovremmo essere tutelati”.
“E invece no”, continua Distanti, “col fatto che siamo nati sotto Natale i nostri compleanni vengono dimenticati, messi da parte, certe volte ci viene persino chiesto di posticiparli o di festeggiarli l’anno successivo perché i parenti non vogliono spendere soldi per due regali, e quindi ci fanno solo quello per Natale abbinando una cazzabubbola per il nostro compleanno. Ci siamo rotti di ringraziare per un soprammobile di quarta mano che avete trovato in un negozio di usato, ci siamo rotti di sorridere per l’ennesimo paio di mutande comprate all’ingrosso, ci siamo rotti di aspettare che qualcuno ci faccia gli auguri senza andarlo a leggere su Facebook. Sì, lo sappiamo, siete già sazi per i pranzi di Natale ma anche noi abbiamo dei sentimenti”.
“Lo Stato qualche anno fa propose qualcosa per rilanciare sia l’economia sia per evitare l’assurda regola autoimposta del regalo unico”, spiega Severina Tonon, vicepresidente del movimento, “ma non è servito a nulla: la gente ha continuato a figliare quando voleva e gli amici hanno continuato a fare un solo regalo per tutto, quindi abbiamo deciso che per farci sentire dovevamo scendere in piazza”.
“Ci sono anche dei casi ancora più tristi”, spiega Distanti, “prendete quelli che per esempio festeggiano anche l’onomastico in questo mese (soprattutto al Sud), per loro invece di triplo regalo ce ne sarà sempre e solo uno e verranno anche insultati per essere degli sporchi ingordi. O, caso ancora più limite, chi è nato di 25 Dicembre. Il novanta per cento delle volte non riceve nemmeno gli auguri per il suo genetliaco, finendo così per rovinarsi pure il giorno di Natale che tanto è lo stesso”.
Insomma,nel movimento si avvertono una certa rabbia e senso di rivalsa: ma, più verso lo Stato, questi sentimenti appaiono rivolti a parenti e amici. “È vero”, conclude Tonon, “il governo però potrebbe istituire una legge che costringa le persone che ci vogliono bene a farci due veri regali. Così da poter finalmente evitare di riciclare uno dei due, quello di merda, al compleanno di chi ce l’ha fatto. Sì, perché sappiamo anche essere degli autentici bastardi quando siamo incazzati”.
A chiudere il corteo c’è poi il Movimento 29 Febbraio, costituito da una decina di persone, che marcia lievemente distante: “Volevamo anche inscenare una protesta”, spiega uno dei ragazzi, “ma quelli sono molto più di noi e ci avrebbero menato sicuramente. Comunque quelli se la prendono per un regalo scarno all’anno, noi ogni volta dobbiamo aspettarne quattro per riceverne uno. Di che si lamentano?”
Parole dure destinate ad avere pesanti strascichi.
Davide Paolino