[BRAVERETO] E’ accaduto in provincia di Trento, in un tranquillo paese dove la gente è talmente corretta che marito e moglie scelgono insieme l’armadio per far star comodi i rispettivi amanti. Questa mattina il sindaco di origini spagnole Patricio Smiralla ha accolto gli agenti della polizia municipale per visionare le foto scattate dall’autovelox da poco installato sulla statale.
Il documento si è rivelato a dir poco sconcertante: le immagini non immortalavano veicoli a velocità eccessiva ma l’autovelox stesso.
“Fino a ieri non aveva mai scattato nulla” – commenta Smiralla – “Com’era prevedibile, dato che i nostri cittadini osservano le leggi in modo inappuntabile. Avevamo installato lo strumento puntando più che altro sulle infrazioni degli stranieri, italiani in primis, ma mai l’aggeggio aveva manifestato tali sintomi di noia o solitudine!”
Alcune guidatrici del posto, tuttavia, dichiarano che il misuratore di velocità nei giorni scorsi avesse già accennato approcci da simpaticone come occhiolini e fischi al loro indirizzo. Rosa Freie Griechisch, bellezza tipica locale, confessa, non senza un certo turbamento, che una sera la macchina le avesse addirittura mandato una sequenza di bacetti, rischiando di farle perdere il controllo della vettura, che stava viaggiando ben ai 36 km orari.
Nelle foto mostrate al sindaco, l’autovelox sbarazzino e tediato ha deciso di spingersi oltre: ha allungato il braccio meccanico scattandosi una panoramica e postandola sul proprio profilo Facebook, taggando gli amici autovelox di tutta la provincia.
Onde evitare il logorio psico-fisico della costosa attrezzatura, il sindaco e gli agenti stanno esortando i guidatori a ubriacarsi almeno il sabato sera, in modo tale che l’emissione di qualche sanzione possa interrompere la monotonia quotidiana dei nuovi dispositivi, che grazie al progresso tecnologico si stanno dimostrando sempre più simili a noi, come conferma la stessa Griechisch parlando dell’autovelox dello scandalo: “È venuto a casa mia, ha fatto i suoi porci comodi e ha detto che avrebbe richiamato lui: voi l’avete più sentito?!“
Mattia F. Pappalardo