Celes (TE) – Brutta sorpresa per il Franklin Delano Roosevelt della Lombardia, il 18 volte governatore che sarebbe ancora in carica se nel frattempo il colosso chimico Bayer non avesse scoperto un supersolvente in grado di separare dalla poltrona anche i deretani più ostinati. Il senatore di NCD e presidente della Commissione agricoltura, Roberto Formigoni, il rampante 70enne che si sta lentamente rendendo conto che forse non erediterà mai la leadership di Silvio Berlusconi, era, infatti, rientrato nella sua modesta abitazione dopo una permanenza di circa sei mesi sullo yacht dell’amico imprenditore Pierangelo Daccò, nell’ambito di una missione di apostolato promossa dall’associazione Memores Domini per diffondere il Vangelo presso le disagiate comunità della Costa Smeralda.
Accesa una torcia per rischiarare l’antro in cui umilmente trascorre le sue frugali giornate assorto nella preghiera, dopo aver posato il suo saio e il cilicio disegnato da lui stesso, Formigoni ha appoggiato al cassettone la pesante valigia per contemplare ancora una volta, in mistico e religioso silenzio, gli omaggi ricevuti (o, come preferisce chiamarli lui, le cortesie) per il suo indefesso impegno profuso nella faticosa ma così gratificante opera evangelizzatrice: beni pari ad almeno 6,6 milioni di euro, tra cui quadri, quote di proprietà di sette abitazioni (da Sanremo a Lecco ad Arzachena), due box, un terreno, un ufficio, un negozio a Lecco, tre auto e conti correnti. “La prossima volta spero di trovarci anche un elicottero, una banca, due elefanti e Pantelleria“, ha sommessamente mormorato il probo, ma quando ha piamente levato gli occhi per ringraziare la magnanimità della Provvidenza ecco la macabra, anzi candida scoperta: il suo unico peccato di superbia, il tesoro cui tiene più di tutti, più degli album di scontrini scambiati con gli amici, la sua sterminata collezione di camicie colorate, biecamente rovinata, annichilita, azzerata, in una parola, candeggiata.
Là dove si sbizzarivano orrendi ghirigori e imbarazzanti fantasie ora non restava nulla se una immacolata distesa di lino e cotone miseramente priva di colori. Spillata sul taschino della più vicina camicia violentata, la beffarda rivendicazione della brigata Comunione e Desaturazione: “Di colorato ti resterà solo il soprannome!“
È stato allora che il morigerato esponente politico ha accusato un malore che non gli ha però impedito di prendere il telefono e chiamare subito i soccorsi: “Lei non sa chi sono io! Venite subito!” Un attimo prima di svenire, Formigoni è riuscito a trovare le forze per lanciare un ultimo disperato appello: “Portatemi in una struttura pubblica! Niente cliniche private! Non mi fido di quelli! Sono capaci di asportarmi un organo sano per avere un ticket regionale…….“
Augusto Rasori