Firenze – Sono scattate all’alba le manette ai polsi di S. G., collaboratrice dell’Accademia della Crusca, arrestata con l’accusa di aver chiesto soldi in cambio dell’approvazione di nuove parole da inserire nel vocabolario italiano.
A porre fine al giro di corruzione sono stati i carabinieri di Firenze che da tempo avevano attenzionato la donna, senza sapere però che “attenzionato” non vuol dire un cazzo. Il modus operandi era sempre lo stesso: S. G. – che ormai da mesi veniva tempestata da mail da parte di provetti neologisti smaniosi di emulare il piccolo Matteo di “petaloso” – contattava gli interlocutori e, approfittando della sua posizione all’interno della Crusca, prometteva loro l’approvazione dei vocaboli in cambio di cospicue somme di denaro.
La donna aveva stilato un vero e proprio tariffario: si andava da 100 euro per un sostantivo a 150 euro per un aggettivo (che diventavano 200 se aveva il suffisso “oso”). La collaboratrice infedele, in questo modo, avrebbe accumulato un tesoretto di centinaia di migliaia di euro, approvando in cambio un gran numero di neologismi, il tutto all’insaputa dell’Accademia della Crusca.
“È un disastro! – si dispera il presidente della prestigiosa Accademia – Quella malestrua [aggettivo sinonimo di sciagurata, disgraziata NdR] ha approvato delle parole assurde! Guardi queste, per esempio:
- pentaloso (detto di fiore con 5 petali)
- cardasciano (fondoschiena grosso ed invitante. Es. “Hai un gran bel cardasciano”)
- cruscare (correggere gli errori grammaticali altrui. Es. “Piuttosto che non va usato in funziona disgiuntiva ma solamen…”-“SMETTILA DI CRUSCARMI!”)
- nekosi (diffusione pericolosa e incontrollata delle canzoni di Nek)
- esososo (detto di luogo pieno di esosi)
- garkare (riuscire a costruirsi una carriera da attore nonostante evidenti lacune di preparazione. Es. “Quello ha garkato il palcoscenico”)
- piddiare (sbagliare sistematicamente una valutazione politica)
Il problema – continua il presidente della Crusca – è che le parole approvate sono ormai a pieno titolo nel vocabolario italiano. Per toglierle c’è bisogno di una revoca che può venire solo da un discendente riconosciuto di Dante Alighieri”.
S. G. è stata interrogata in giornata dal GIP, ma proprio in quest’occasione ha aggravato la sua posizione: la donna, infatti, avrebbe tentato di corrompere il GIP promettendo di approvare l’aggettivo “gipposo” in cambio della libertà.
Ora è rinchiusa nel carcere di Sollicciano in attesa del processo.
Eddie Settembrini