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Trump scorda i codici nucleari, la CIA ricorre al waterboarding per farglieli tornare in mente

Trump scorda i codici nucleari, la CIA ricorre al waterboarding per farglieli tornare in mente - Lercio

Luogo sconosciuto (questione di sicurezza nazionale) – Sembrava una giornata come tutte le altre per il presidente Donald Trump: un risveglio con il brunch a letto offerto da Melania, un tweet minaccioso contro la natura che alza troppo la cresta, una lubrificata al ponte levatoio della Casa Bianca, una sfida a freccette insieme al suo vice su un bersaglio con le foto di Obama e Hillary Clinton; poi un trasferimento in Hummer dalla cucina allo studio per firmare una legge contro la combinazione di due molecole di idrogeno con una di ossigeno e una contro l’estensione del voto alle donne, nonostante gli facessero notare che ne abbiano già diritto:

 – E da quanto?

– Ehm, da qualche mese, signor Presidente.

– Che mese?

– Agosto, signor Presidente.

– Ah, quindi non da molto…

– Agosto 1920, signor Presidente.

– Wilsoniani del cazzo!

Nel pomeriggio il POTUS si è dedicato ai consueti esercizi di pussy grabbing per mantenere il tono dei muscoli lombricali della mano:

Lombricali? Ho dei merdosi vermi nelle dita?!

– No, signor Presidente, si chiamano così

– Anatomisti del cazzo!

Dopo la firma di un decreto per rimpatriare milioni di cittadini i cui cognomi finiscono per vocale (per esempio, Robert De Niro e Al Pacino saranno rispediti a New York), DJ Trump ha deciso di lanciare un attacco nucleare contro lo stato del Trivastan, reo di aver diffuso un attacco chimico su scala globale che trasforma dei sani e robusti americani in malati di Parkinson:

–  Nessuno aveva mai notato che nelle case dei malati di Parkinson compaiono scatole con scritto Trivastan?

–  No, signor Presidente.

–  Sono sicuro che ci sia un nesso.

–  Quale, signor Presidente?

–  Che le scatole sono la causa del Parkinson per i nostri compatrioti

–  Lei è un genio, signor Presidente!

– Non a caso sono il capo! Bombardiamo lo stato del Trivastan! Arabi del cazzo!

Ma al momento di operare la procedura, Trump si è accorto di non ricordare più il codice di lancio delle testate: “Me l’ero appuntato su un  biglietto da 100 dollari! Si dev’essere cancellato durante una pioggia dorata!

A quel punto, due agenti della CIA sono entrati nella Stanza Ovale, hanno infilato il presidente in un sacco, l’hanno caricato su un elicottero, portato a una base dell’agenzia, caricato su un aereo e tradotto in una località sconosciuta fuori dal continente americano. Lì, l’hanno sottoposto a un durissimo interrogatorio per fargli tornare la memoria, senza escludere il ricorso alla tanto discussa tecnica del waterboarding, i cui pregi erano stati riconosciuti da Trump stesso.
Quando uno degli agenti ha minacciato di essere sul punto di tirargli i capelli, il presidente ha finalmente ricordato l’esatta sequenza del codice di avvio delle testate: I<3Vladimir

Riportato a Washington, Trump è stato ricevuto da una sconvolta Melania che gli ha chiesto dove fosse stato in quei 20 minuti e se sapeva dove avesse lasciato le chiavi dell’Hummer. “Uhm, tesoro” – ha risposto il presidente – “Sai che non me lo ricordo?
A quel punto, due agenti della CIA sono entrati nella Stanza Ovale, hanno infilato il presidente in un sacco, l’hanno caricato su un elicottero, portato a una base dell’agenzia, caricato su un aereo e tradotto in una località sconosciuta fuori dal continente americano, solertemente pronti, ancora una volta, a fargli tornare la memoria.

Augusto Rasori

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