Un mix di sport, grammatica e logica. Tre cose che il signor Franco Quaquaraquani ha sempre evitato nella vita con grande dedizione e spirito di sacrificio. Il campionato nazionale di Scribacchio nel milanese, che si è svolto ieri, ogni anno raduna sempre un gran numero di analfabeti funzionali ed è indubbiamente la vetrina più prestigiosa per mettere in mostra le proprie incapacità. Era la prima partecipazione per Franco, ma il suo eccezionale talento ha sbaragliato tutti, portandolo alla vittoria nel giro di pochi minuti.
“Un’emozione indescrivibile. Ero andato allo stand a ritirare il modulo con le regole della gara per iscriversi. L’ho letto 5 minuti, ma poi l’ho restituito agli organizzatori perché non avevo capito le istruzioni. Quello è stato il momento in cui ho capito che potevo farcela”.
E infatti il comitato organizzatore, la restituzione del modulo in bianco, ha prontamente chiuso la gara e montato un podio per la consegna della medaglia d’oro.
C’è molto pregiudizio sull’analfabetismo funzionale, una pandemia che colpisce l’80% della popolazione italiana, senza distinzioni di genere o ceto sociale, dall’ultimo netturbino fino al primo bocconiano. La storia di Franco, 45enne di Picconate (MI), è una storia di determinazione, coraggio e una buona dose di culo e ci insegna che anche senza capire quello che si legge ci si può spianare una strada verso il successo.
Non ha mai avuto intenzione di rassegnarsi alla malattia. “Sin da piccolo andavo malissimo nelle verifiche di comprensione del testo. In quinta elementare la maestra mi ha detto per la prima volta che ero un analfabeta funzionale. Preferivo che mi spiegasse perché andavo così male”. Laddove molti vedono un disagio, Franco ha riconosciuto un talento da coltivare, che dopo anni di gavetta l’ha portato a raggiungere il lavoro dei suoi sogni. “Faccio l’hater seriale per una nota web agency produttrice di bufale. Il mio lavoro consiste nell’intervenire immediatamente non appena ne viene pubblicata una: io mi indigno, agito le dita sulla tastiera e commento a volte anche con frasi di senso compiuto”.
Sul futuro, Franco si mostra fiducioso e azzarda un ruolo attivo nella Buona scuola, “Mi suona bene, non dev’essere male”, e nella campagne di sensibilizzazione sull’analfabetismo funzionale. Pro o contro non importa. Tanto nessuno capirebbe un cazzo comunque.
Luca Volpi