ROMA – Sembrava andasse tutto bene dopo il rientro del presidente Sergio Mattarella dal viaggio nella Repubblica Popolare Cinese, quando solo questa mattina, una telefonata del Primo ministro cinese ha avvertito l’ambasciata italiana di un erroneo scambio del Capo dello Stato con una delle statue dell’esercito di terracotta del Mausoleo del primo imperatore Qin a Xi’an, ultima tappa del suo viaggio in Cina.
“Se non fosse stato per la tempestiva telefonata del primo ministro cinese Li Keqiang, il presidente sarebbe ancora lì” commenta il ministro degli esteri Angelino Alfano “nonostante fosse più calmo del solito ci siamo tranquillizzati quando il suo medico personale ha confermato i valori tipici di temperatura, pressione e battito cardiaco del Presidente”.
Mattarella, per nulla scosso dal malinteso, rassicura il suo staff che lo aveva accompagnato nel viaggio spiegando che nemmeno lui si era accorto di essere rimasto all’interno del mausoleo per cinque giorni: “Il tempo è volato, penso di non essermi mai divertito così tanto come negli ultimi giorni. Ad un certo punto, uno dei custodi si è accorto che, nonostante l’escursione termica serale, le mie labbra erano rimaste completamente immobili mentre quelle delle statue di terracotta subiscono dei micromovimenti di un paio di millimetri. A quel punto mi ha riconosciuto, mi ha gentilmente accompagnato all’uscita e ha informato il Primo ministro”.
Al Presidente della Repubblica è stato raccomandato qualche giorno di assoluto riposo prima di ricominciare le sue funzioni.
Gianni Basso