[BITONTA] – Sta affascinando l’intero mondo accademico la vicenda di August Rasorius, ordinario di filosofia all’Università degli studi generici di Bitonta, una città dove si respira così tanta cultura che gli spacciatori tagliano la cocaina con vecchie brossure di Tolstoj.
Perennemente ossessionato da Kant, dalla riproduzione dei molluschi e dalle farmacie di turno, il professore, originario della città tedesca di Korinaldberg, conduce da oltre trent’anni (che per i filosofi corrispondono a circa un trentennio) un’ostinata e rigorosa ricerca della Verità, che assorbe tutte le sue energie quotidiane togliendole al Tressette col morto con le colleghe vedove.
Rasorius vanta un curriculum accademico di tutto rispetto: ha studiato, infatti, le opinioni di due miliardi di pensatori, compreso Bello Figo, per poi rendersi conto di avere sufficienti capacità per cercare da solo quello che tutti hanno cercato in passato: il αλήϑεια [è un copia e incolla, NdR].
Nel suo strenuo e incessante cammino, è però incappato in qualcosa di inaspettato: la figa (cioè, quello che per molti filosofi idealisti è il caro, vecchio noumeno). Questo incontro sembra averlo sì traumatizzato ma anche ridestato dal sortilegio che lo manteneva stoicamente e kalokagathiamente legato al raggiungimento di una verità che si trova al di sopra di tutto, per atarassicamente scoprire che, tutto sommato, anche trovarsi al di sopra di un essere di sesso femminile non è poi così male, anche se, di indossare una t-shirt con la scritta “Meno Immanuel Kant, più Eva Kent” forse se lo poteva risparmiare.
Mattia F. Pappalardo