Roma (Sant’Andrea delle Fratte) – L’esatta dinamica dell’accaduto è ancora tutta da chiarire, ma grazie alle prime testimonianze è possibile ricostruire i momenti salienti dello sfortunato incidente. La scorsa notte, poco dopo le 3 (ma poco dopo le 3 del mattino secondo altri testimoni, vicini al premier), il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, per ragioni ancora ignote, si è recato presso la sede centrale del PD.
Secondo la moglie del premier, prima di uscire, l’uomo si sarebbe alzato di soprassalto dopo aver ricevuto due SMS da un oscuro mittente (PDNazionale). Il contenuto del primo SMS sembrava piuttosto innocuo (“Una grande comunità, una grande prova di democrazia”) e chiedeva di versare il 2×1000 al Partito Democratico da destinare all’acquisto di polvere da sparo per i bisognosi. Il secondo SMS, invece, era più preoccupante: “Vieni in #sede immediatamente. Ho bisogno di parlarti. È urgente. Ma niente di grave #staisereno”.
Anche se il messaggio non era firmato e Gentiloni non conosceva nessun signor PDNazionale, l’indole compìta del primo ministro lo ha indotto a seguire le indicazioni ricevute. Recatosi sul posto, il premier avrebbe forzato la serratura, forse per aver dimenticato le chiavi (“Le chiavi ce le aveva eccome, ma qualcuno aveva cambiato la serratura, capita spesso” racconta un testimone i cui baffi hanno chiesto di restare anonimi).
“Ho sentito aprire la porta, ma non ho visto entrare nessuno – ha twittato Renzi, ancora sotto shock – e invece era proprio Gentiloni”. L’ex-neo-segretario del Partito Democratico ed ex-futuro Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha negato di aver inviato l’sms. “Mi capita spesso di tirar tardi in sede, che è un po’ come la mia seconda casa. Ecco, direi sicuramente che si potrebbe definirlo un mio domicilio ai sensi dell’art. 614 del codice penale. Ero lì assolutamente per caso. Stavo facendo alcuni lavori di ristrutturazione, ammodernamento, rottamazione, sostituzione di serrature. Insomma, semplice manutenzione ordinaria. Gentiloni ha quel suo passo felpato, lo sapete, e quando ho sentito dei rumori e poi visto di sfuggita quella che mi sembrava un’ombra e poi l’ombra di quell’ombra, ho fatto quello che ogni onesto cittadino avrebbe fatto al mio posto: gli ho scaricato addosso 6 pallottole della mia semiautomatica non rintracciabile. Sfortunatamente 5 hanno mancato il bersaglio“.
La sesta pallottola, invece, secondo i paramedici accorsi sul posto avrebbe colpito Gentiloni proprio alle arterie primarie, cui affluiscono oltre due milioni di globuli rossi al secondo. L’ex-futuro Presidente del Consiglio, visibilmente scosso, ha dichiarato di essere devastato per l’accaduto, invitando il Parlamento ad intervenire per evitare che episodi simili possano ripetersi: “Capite bene che una brava persona, che mira solo a difendersi e talvolta alla carotide, rischia di andare sotto processo e magari anche vedersi anche condannato per aver difeso se stesso e i suoi cari. Noi non possiamo permetterlo: spero che il disegno di legge già approvato alla Camera sia confermato al Senato“.
Matteo Renzi ha ricevuto la solidarietà anche di Salvini e Berlusconi, che hanno promesso di appoggiare il ddl al Senato se interverranno le necessarie modifiche per garantire realmente la sicurezza dei cittadini. Il leader del Carroccio, ha chiesto che la legge chiarisca “che si può sparare ai negher sempre, se da qualche parte del mondo è notte“, mentre l’ex Cavaliere ha chiesto che la legittima difesa sia esclusa quando la reazione avvenga contro un agnellino. Intanto, il destino di Paolo Gentiloni è appeso tra la vita e le elezioni anticipate.
Francesco Conte