Rovi (NE) – E’ di nuovo emergenza nel Centro Italia. Dopo le terribili scosse di terremoto di agosto, ottobre e gennaio, dopo le tempeste di neve e dopo le primarie del 30 aprile, un’altra calamità si è abbattute sulle zone martoriate da tante disgrazie. Le rovine lasciate dal sisma, così abilmente conservate dalle autorità, che per mesi hanno impedito a chiunque di accedere alle aree e rimuovere le macerie, sono infatti oggi coperte da una massiccia coltre bianca. Ma stavolta la neve non c’entra: ad ammantare i preziosi ruderi sono i milioni di frammenti in cui sono state ridotte le tessere degli iscritti al PD della zona che, in preda alla più totale barbarie, hanno in questo modo deciso di disfarsi del simbolo della loro appartenenza, il tutto in barba alle indicazioni fornite dalla segreteria nazionale in merito alla raccolta differenziata.
Lo spettacolo è desolante: cumuli di fantastiche macerie, che potrebbero permettere un vero rilancio del turismo in quei territori, nascoste alla vista dei curiosi della domenica da questa pesante patina bianca prodotta da migliaia di ex militanti e simpatizzanti del partito di maggioranza.
Per questo Matteo Renzi ha deciso di correre ai ripari, convocando d’urgenza le “maglie gialle“, che già così brillantemente hanno operato su Roma, rendendola pulita come non era mai stata negli ultimi 2700 anni. Il segretario ha però stavolta chiesto loro uno sforzo ben più grande: nelle zone terremotate non ci sono nemmeno più le strade, le maglie gialle saranno dunque costrette a raggiungere i borghi distrutti a piedi, planando con degli alianti, oppure tramite carovane a dorso di mulo.
Gli abitanti sono naturalmente felicissimi di questa iniziativa del PD nazionale, tanto che l’entusiastica risposta del sindaco di Rovi, Lento Vio, è diventato lo slogan di tutti i comuni coinvolti: “Venite al più presto, vi aspettiamo con le pale in mano”.
Daniele Primavera