Era un periodo d’oro quello che stava vivendo Sara Ugo Trusio, Sagittario, di Lumecchiellino (FI). A soli 15anni aveva bruciato le tappe nella fragile quanto comunità Emo. I suoi link prevedibili come un esonero di Zamparini, i vulcanici ‘diktat’ verso imprecisati individui e il suo amore sconfinato per il McDonald, gli indumenti in pelle e per tutti gli animali, le avevano fruttato oltre 10mila amici. Tanto che Facebook gli aveva appena donato il terzo account di platino. Ma per Sara Ugo era giunto il momento di scrollarsi di dosso l’ingombrante etichetta di bimbaminkia di provincia ed elevarsi a sofistikata Bimbaminkia Emo, farsi dei tagli e pubblicarli sul suo profilo.
Aveva pianificato tutto da ore, non le mancava nemmeno un motivo valido per cui odiare il mondo: quel nome, Sara Ugo, imposto a causa dell’usanza, mal interpretata da sua madre, di dare al figlio il nome dei nonni. Poi qualcosa è andato storto, i suoi amici emo, a cui aveva chiesto consiglio in pm, non avevano specificato che non bisogna tagliarsi sempre nello stesso punto. Così Sara Ugo ha continuato fino a recidersi completamente i tendini del braccio sinistro.
È stata ritrovata dalla madre solo in tarda serata, in stato di semi-incoscenza davanti a uno specchio, ma con quel pallore che aveva sempre desiderato. Trasportata d’urgenza al policlinico di Firenze, è deceduta durante la notte. Dice il dottor Didier Testembeni, che ha fatto il possibile per salvarla e gli è stata accanto fino alla fine: “Aveva perso molto sangue e i danni cerebrali erano irreversibili. Ci chiedeva se avrebbe potuto fare ancora il segno di X Factor”. Numerose le testimonianze d’affetto: sua nonna la ricorda a tratti, la badante ci racconta: “Toglieva sempre il grasso dal prosciutto, in Ucraina l’avremmo sgozzata”. La più toccante però, è sicuramente quella dell’amica del cuore Bessy: “Vai, e insegna agli angeli dov’è il negozio dei piercing! Conservo ancora il tuo chewingum”.
Vittorio Lattanzi