BARI – Voleva partorire anche lei all’interno di un punto vendita della Conad, così come nella pubblicità dal forte sapore natalizio che è stata realizzata da Pupi Avati, ma l’ha trovata chiusa e così ha ripiegato su un ospedale. E’ successo a Bari dove Rosetta Di Giorgio, donna incinta di 25 anni, qualche sera fa ha iniziato ad avere le doglie. Finalmente, il suo sogno stava per realizzarsi. “Il mio sogno stava per realizzarsi – ha dichiarato la donna, leggendo la frase di un secondo fa – stavo finalmente per avere un bambino in un supermercato!“. Rosetta, con la collaborazione del marito drogato, è uscita allora in tutta fretta e si è recata al vicino supermarket Conad per sgravare ma, purtroppo, l’ha trovato chiuso a causa dell’ora tarda. Alla fine, dopo aver provato in altri cinque supermercati e aver accarezzato l’idea di accontentarsi di un fruttivendolo pakistano, ha optato per l’Ospedale di Bari. E’ nato così Giacomo, 3 chili e mezzo di peso, occhi chiari e capelli già folti per la felicità del papà e una vaga somiglianza con la “N” del marchio “Conad”. “E’ un bellissimo bambino – ha dichiarato Rosetta – e voglio ringraziare il ginecologo che, vedendomi triste, ha pensato di accontentarmi almeno in parte segando via il cordone ombelicale con il separatore delle spese e imbustando il bambino in un bioshopper“.
Anche se sembra singolare, la pubblicità voluta fortemente dalla nota catena di supermercati ha creato nelle partorienti l’irresistibile desiderio di sgravare di fronte all’uomo Conad. L’insegna, da sempre attenta a interpretare la vita del territorio e della comunità, ha gettato un ponte tra l’essere “solo” un supermercato e la realtà circostante secondo lo slogan “Nessun uomo è un’isola e neanche un supermercato lo è: è un reparto di ostetricia“. La Conad si propone dunque di diventare un luogo di accoglienza in cui possono accadere cose impensabili, come mettere al mondo un figlio quando non, addirittura, trovare qualche prodotto non contaminato dall’antrace.
Le richieste per partorire alla Conad sono aumentate in maniera esponenziale tanto che si pensa di aprire per ogni punto vendita una sala parto proprio di fronte al banco frutta e verdura, in modo da fornire ai neonati sin da subito un primo contatto con la Natura. Inoltre, è stata anche avanzata l’idea di creare una corsia dedicata alle difficoltà del concepimento, con tanto di possibilità di congelare gli ovuli fecondati in attesa di impianto nel banco frigo, tra i Sofficini e le Croccole.
Così anche le altre famose insegne, da Carrefour ad Esselunga si stanno attrezzando in tal senso. Nel frattempo i negozi Coop, nota catena comunista, oltre a un reparto ormai doveroso per effettuare per il parto, offrono la possibilità ai genitori di vendere eventuali neonati indesiderati direttamente al banco carne. Per Rosetta Di Giorgio, in ogni caso, la nascita di Giacomo è comunque una gran bella notizia, anche se avvenuta in un comune Ospedale.
Davide Ruggeri & Stefano Pisani