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Neonato realizza che siamo soli nell’Universo e scoppia a piangere

New York – È successo a Brooklyn, noto quartiere di New York. Mickey, neonato di appena sette mesi, ha iniziato a piangere e non ha più smesso. In un primo momento la madre ha pensato semplicemente che Mickey avesse fame o che fosse stanco o che fosse reduce da una rissa con suo cugino Virgil, di un mese più vecchio. Ed in effetti, come poi ha scoperto l’equipe di pediatri a cui la madre si è affidata dieci giorni dopo, Mickey era davvero stanco – stanco di svegliarsi ogni mattina dopo un sonno di due ore con la stessa angosciante consapevolezza: siamo soli nell’universo, e la vita non ha alcun senso.

Del resto, inizialmente, anche gli esperti avevano pensato che Mickey avesse semplicemente fame, ragion per cui avevano chiesto alla madre di allattarlo di fronte a loro (per meri motivi di studio). Tuttavia, dopo giorni di osservazioni e di commenti fuori luogo sul seno della madre di Mickey, i pediatri hanno capito cosa avevano di fronte quando il piccolo Mickey ha detto, a soli sette mesi e tre settimane, la sua prima parolina: “Oblìo”.

In questi casi, per far smettere di piangere il poppante, gli esperti consigliano alcuni rimedi classici come cullare dolcemente il neonato, grattargli il pancino, o sussurrargli all’orecchio che dietro la nostra intera esistenza c’è un’entità onnipotente che ci ama e che ha un piano preciso per ognuno di noi. “Ma nessuno di questi rimedi si è rivelato efficace”, racconta la madre. Alla fine, i pediatri sono riusciti a calmare Mickey solo dopo ventotto giorni, mostrandogli un film coi fratelli Marx. La situazione in famiglia sembra tornata alla normalità, ma i pediatri allarmano la madre di Mickey: “Presto il bambino inizierà a gattonare, ed è probabile che tenterà di mettere le dita nella corrente, preso dal disperato bisogno di provare qualcosa e dimostrare a se stesso che tutto questo è reale”.

Tuttavia, quello di Mickey non pare un caso isolato. Gli esperti avevano pensato di trovarsi di fronte ad una circostanza simile solo qualche mese fa, a Pisa, quando Luigi Sicché, bimbo di otto mesi, era scoppiato a piangere improvvisamente ed era andato avanti per oltre dieci giorni; in seguito, però, si è scoperto che i suoi capricci non erano uno sfogo dovuto ad una crisi esistenziale, bensì una protesta contro l’approvazione della legge sull’obbligatorietà dei vaccini. Dopo due settimane di lacrime ininterrotte, il pianto si è finalmente placato, dopo che la madre ha mostrato al piccolo Gigi un sondaggio che dava il Movimento 5 Stelle in testa.

Alessandro Cappai

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