Bologna – Non accenna a placarsi la scia di lutti che sta insanguinando la città felsinea dallo scorso 28 gennaio, giorno in cui la coalizione di centrosinistra ha ufficializzato la candidatura di Pierferdinando Casini nel collegio uninominale di Bologna.
Solo una settimana fa, Marco Cappato aveva accompagnato in Svizzera Rosa Nelpugno, radicale di ferro e alleata di tante battaglie, che aveva chiesto disperatamente l’eutanasia pur di non contribuire all’elezione del leader democristiano; l’astensione o il voto a un partito che non fosse l’ennesimo nuovo nome dei radicali sono opzioni che Rosa non ha mai preso in considerazione.
A farne le spese oggi, dopo il pudore, il senso del ridicolo e la fiducia residua degli elettori, è toccato a Mario Principe, operaio iscritto alla CGIL, elettore fedele del PCI prima e del PD poi, il cui figlio Ruggero lo ricorda come “un comunista così!” (alza due pugni chiusi – ndr).
I compagni del circolo Togliatti della Bolognina, il quartiere più rosso della città, sono affranti ma per nulla increduli: “Quando gli abbiamo comunicato la candidatura di Casini, Mario è scoppiato a ridere: ‘Ah, mi fanno morire questi di Lurido!’, attribuendo la notizia a un sito satirico che aveva scoperto leggendo ‘La Repubblica’ online”.
Raccontano poi che anche dopo aver visto #cartabianca su Rai3, Mario avesse continuato a ridere: “Pure Bianca Berlinguer crede a queste fake news!” diceva tra il divertito e il commosso, sempre più deciso a votare Pd. L’astensione non gli apparteneva: le sue tessere elettorali vidimate in ogni settore sono esposte nella sezione del partito come monito per i tanti che, sfiduciati dalle politiche degli ultimi governi sostenuti dal centrosinistra, volessero astenersi. Gli altri partiti per lui semplicemente non esistevano.
Non si sa quando abbia compreso la veridicità della notizia, ma dalla sua cronologia due giorni fa risulta una visita ad “Ah, ma non è Lurido”, pagina contraltare del portale satirico.
Ieri, percorrendo 498 gradini, è salito in cima alla Torre degli Asinelli insieme a sua moglie, a cui ha svelato il suo funesto proposito: “Ho rinunciato all’articolo 18 ed allo ius soli; ho accettato il maggioritario, gli F35, il ponte sullo stretto, l’abolizione dell’Imu anche per i ricchi, ma questo è troppo” ha urlato disperato, sporgendosi dal ciglio del terrazzo esterno.
La donna – racconta – ha provato a fermarlo: “Aspetta, puoi votare Liberi e Uguali!”
Mario si è voltato speranzoso: “Dimmi che è un nuovo partito di sinistra!”
– “Fondato dai fuorisciti dal Pd che non accettano la deriva destrorsa di Renzi” – “Sì!”
– “Si presentano da soli!” – “Sììì”
– “Ci sono Civati! Bersani!…” – “Sììììì”
“…D’Alema! E il leader è Piero Grasso!” – “Noooooo”
Mario a quel punto è quindi caduto dalla Torre, morendo sul colpo. La moglie sostiene che sia scivolato accidentalmente, ma alcuni compagni che l’hanno visto precipitare non sono convinti: sostengono infatti di averlo visto sorridere durante il volo e di aver sentito le sue ultime parole: “Meglio così che Casini”.
Patrizio Smiraglia