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Roma: trovato in una buca varco per accedere alla casa del Bianconiglio

Roma: trovato in una buca varco per accedere alla casa del Bianconiglio - Lercio

Roma (Wonderland) – Virginia se ne andava fantasticando col suo cervello (come meglio poteva, perché le difficoltà di una capitale non erano poche) quand’ecco che un coniglio bianco con gli occhi di rubino le passò da vicino. Davvero non c’era troppo da meravigliarsi di ciò perché di animali squittenti che per grandezza somigliavano a conigli la città era invasa. Virginia pensò che fosse cosa troppo stravagante vedere uno di questi animaletti color bianco il quale diceva fra sé “Ohimè! È tardi! È tardi!”.

Quando quella strana pantegana con lunghe orecchie estrasse un orologio dal taschino del panciotto e scappò via, Virginia saltò in piedi perché le era venuto in mente ch’ella aveva veduto salire al voto il partito pentastellato ma mai un coniglio col panciotto e il suo rispettivo taschino, e divorata dalla curiosità, traversò le strade bucherellate della città per inseguirlo.

In un altro istante, giù Virginia scivolò, correndogli appresso, senza punto riflettere su come avrebbe mai fatto per riuscirne fuori. Una delle buche della città appariva diversa dalle altre, sfilava diritta come una galleria di un tunnel, poi s’inabissava tanto rapidamente che Virginia non ebbe un solo istante per considerare se avesse potuto fermarsi, poiché si sentiva cader giù rotoloni in qualche precipizio che assomigliava a un pozzo profondissimo.

Una delle due, o era un varco arci-profondo o un nuovo parco giochi non previsto dall’amministrazione comunale. Tant’è che ella vi ruzzolava assai adagino, poiché ebbe tempo, mentre cadeva, di guardare tutto intorno, e di stupirsi osservando quanto una buca di Roma potesse contenere il reddito di cittadinanza di tutti gli italiani.

“Bene – pensò – dopo una tale caduta mi parrà proprio un niente il ruzzolare per le altre buche! Nei nostri blog poi, come mi crederanno coraggiosa: Scoperto un varco per accedere alla casa del Bianconiglio, Virginia rassicura tutti i romani e invita tutti a divertirsi”, già si immaginava la sorpresa.

Non avendo nulla da fare, Virginia rincominciò a cinguettare. “Beppe mi cercherà stanotte!” (Beppe era il nome del padrone di casa). “Spero che si rammenteranno di me quando prenderanno il tè. Caro Beppe! Vorrei che tu fossi quaggiù con me! Se qualche imprudenza ci viene attribuita possiamo continuare a divertirci e tornare a scuola, si imparano così tante belle cose!”

E quivi Virginia cominciò a sonnecchiare, e fra il sonno e la veglia continuò a vaneggiare fra’ denti, “A Roma le buche sono divertenti” e pure “A Roma le buche riservano sorprese” perché non potendo rispondere a nessuna delle critiche, non le importava se invertiva il senso di esse.

E proprio allora cominciò a sognare che se ne andava a braccetto con Beppe, che anni prima conosceva solo grazie a uno schermo luminoso che le diceva con faccia austera: “Virginia, dimmi la verità: hai tu davvero fatto i compiti a casa?” quando, tonfete! Cascò d’un subito sopra un mucchio di foglie secche e terriccio, e la caduta finì.

Era stanca, non sapeva dove fosse il coniglio e temeva la rabbia serale di Beppe una volta tornata a casa. Le rimase solo la forza per far galleggiare un pensiero, forse l’ultimo, prima del sonnellino: “Domani troverò il coniglio bianco, lo porterò sopra con me e farò partire i lavori per risolvere l’emergenza buche. Così potrò giocare con lui durante la pausa merenda e dopo aver fatto i compiti”.

Mattia F. Pappalardo

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