Italia (Terza Repubblica) – “Una grande opera a costo zero”. È questa l’ambiziosa promessa di Danilo Toninelli, neo-ministro per le Infrastrutture del Governo Conte, che si è trovato a dover immaginare una nuova mobilità con le casse in previsione svuotate da flat-tax, reddito di cittadinanza, rimpatri a go-go. A disposizione del suo dicastero, alla luce del Contratto del Cambiamento, rimanevano circa 2 mila e cinquecento lire, queste ultime rimaste imprigionate in un carrello della spesa dal 1998.
E così, il sobrio Toninelli ha pensato di allargare a tutta l’Italia il famoso “modello Roma” che ormai da anni campeggia sulle prime pagine dei giornali nazionali e che si è guadagnato anche l’attenzione della stampa internazionale nell’ultima giornata del Giro d’Italia.
“Per quanto bistrattate, le buche hanno effetti positivi nella mobilità 2.0. Oltre a ospitare microclimi fecondi di biodiversità, l’esistenza delle buche costringe chi circola sulle strade a prestare maggiore prudenza e a ridurre la velocità. Per questo abbiamo concordato di distribuire le buche in ordine casuale, senza nessuna indicazione che potrebbe minarne la funzione principale: quella di sorprendere i guidatori”.
L’iniziativa consiste nella realizzazione di centomila nuove buche sparse nell’intera rete stradale italiana. Un team di esperti, guidato dal ingegnere civile Stefano Oching (noto ai più per la sua opera di divulgazione, “Breve storia di Roma. Dai Fori Imperiali alle Buche Stradali“) è già impegnato nello studio delle condizioni ambientali migliori per la formazione spontanee di voragini nel manto stradale. “Abbiamo notato che gli affossamenti nell’asfalto tendono a formarsi naturalmente con il decorso del tempo- spiega Oching – in presenza di un traffico regolare, grazie solo alla totale incuria degli amministratori. Ma l’apertura dei centri storici ai TIR potrebbe favorire questo processo”.
Secondo le prime stime, l’opera dovrebbe avere costi ragionevolmente contenuti, che potranno essere sostenuti dalle finanze ancora a disposizione del dicastero, ma per avere un quadro più completo bisognerà attendere l’esito del bando per l’appalto che verrà pubblicato nelle prossime settimane.
“Alcuni ritengono eccessivo bandire un appalto per lavori che consistono essenzialmente nel non fare nulla per anni. Ma non è quello che accade in ogni appalto pubblico? – ci spiega Toninelli cercando pervicacemente di recuperare le cinquecento lire dal carrello – E comunque è necessario vigilare affinché le buche possano formarsi secondo il loro decorso naturale e senza che a nessun amministratore, in un impeto di ingiustificata preoccupazione, venga in mente di colmarne qualcuna”.
Francesco Conte