ADDOMINA (LE) – Una confessione commovente, un monologo diventato virale. Il protagonista è Paolone, sedici anni, un ragazzo di Addomina, piccola comunità in provincia di Lecce, sfortunatamente nota ai più per il motivo sbagliato (stiamo parlando ovviamente del traffico clandestino di mulinelli da pesca contraffatti). Sicuro, solare, determinato: tutte caratteristiche che Paolone non possiede, ma a cui sembra poter aspirare quando inizia a parlare, microfono stretto in mano, davanti a una folla oceanica, mentre racconta la sua trasformazione da etero a gay, avvenuta solo grazie a Gesù. Un monologo rilanciato anche dalla trasmissione “Le Iene”, che è sempre in prima linea quando il mondo dei casi umani incontra quello dei fenomeni da baraccone.
Il Duomo di Addomina, intitolato a San Felice di Conoscerti, ogni domenica raccoglie fino a oltre trentamila fedeli, anche se da normativa può contenerne centocinquanta-centocinquantasette, se quel giorno si presentano anche i sette nani. A fare messa si alternano tre sacerdoti, letteralmente idolatrati, a volte come i Rolling Stones, a volte come i Pooh.
Come si vede nel video, Paolone testimonia l’importanza della presenza di Gesù, raccontando il suo cambiamento, l’importanza di essere diventato omosessuale. “Prima ero una bestia. Guardavo le donne con lussuria, una volta ne ho pure toccata una. Il diavolo aveva rubato la mia identità ma Gesù gliel’ha strappata e me l’ha ridata e finalmente sono diventato omosessuale. Non sono al livello Carlo Miccio, s’intende, ma ci sto lavorando, ci sto lavorando” dichiara con orgoglio e qualche lacrima Paolone.
In seguito alle preghiere della madre, Paolone si è reso conto della sua vera identità. Grazie a Gesù. “Un giorno, mentre stavo in chiesa a pregare, immaginando le suore travestite da bagnine di Baywatch, ho avuto un’illuminazione: ho guardato il crocifisso e mi è sembrato che mi facesse l’occhiolino” spiega Paolone, e continua “mi è sembrato che Gesù mi dicesse qualcosa, poi si sciogliesse i capelli dalla corona di spine, poi si spargesse l’olio solare su tutto il corpo, infine incordasse i bicipiti, evidenziando anche una tartaruga da paura e un martellone lì sotto. In quel momento ho capito che ero gay”. Così, con queste parole, il giovane ha scaldato la folla. Applausi scroscianti, standing ovation, lanci di coriandoli e stoviglie.
Le parole di Paolone, dopo il servizio andato in onda, hanno scatenato numerose polemiche. Ma il parroco di Addomina lo difende, dichiarando che il risultato del giovane, ossia quello di diventare un sodomita, non dipende da influenze esterne -come sostiene Adinolfi nella Instagram Story, molto popolare, in cui balla il tango con Povia-, ma è frutto di un percorso personale. “Dio può fare ogni cosa, Dio è potente”, afferma con convinzione il prelato, molto amato in città soprattutto per il fatto che pulisce spesso gli occhiali ai suoi parrocchiani. “L’eterosessualità non è una malattia, ma io sono guarito”, conclude fiero Paolone, “ora sto iniziando a valutare la donna in un altro modo. Comincio a vederle come le mie migliori amiche. Le donne restano delle zampogne da gonfiare di seme, come è scritto nella Bibbia, ma non deve essere per forza il mio seme, ora lo so”.
Stefano Pisani