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Roma, ragazzi fanno ubriacare coetanea e la candidano alle Europee col Movimento 5 Stelle

Roma, ragazzi fanno ubriacare coetanea e la candidano alle Europee col Movimento 5 Stelle - Lercio

ROMA – All’alba di questa mattina, i Carabinieri della squadra mobile, coordinati da Marisa Laurito, hanno arrestato tre ragazzi di 23, 25 e 26 anni: l’accusa è aver approfittato delle condizioni di scarsa lucidità mentale di una loro coetanea 25enne per abusarne. I tre, nello specifico, avrebbero prima fatto ubriacare la ragazza e poi l’avrebbero costretta a candidarsi alle Europarlamentarie del Movimento 5 Stelle. I presunti aguzzini erano già noti alle forze dell’ordine per piccoli reati come rissa, schiamazzi, furto e apologia del Paolapereghismo.

I fatti risalirebbero allo scorso febbraio. La ragazza, che si trovava con un’amica in un locale del quartiere Esquilino, sarebbe stata avvicinata dai 3 ragazzi e, incuriosita dal fatto che uno di loro avesse un brufolo a forma di Ornella Vanoni, avrebbe deciso di seguirli in un altro locale, congedandosi dall’amica che, dopo qualche bicchiere di troppo, si era appartata con un appendiabiti Ikea.

Dopo numerosi drink, la serata sarebbe proseguita a casa di uno dei ragazzi, dove si sarebbe consumata la violenza. E qui il racconto della ragazza, raggiunta telefonicamente da Lercio, diventa agghiacciante: “Quando hanno saputo che ero iscritta a Rousseau, hanno preso il computer e mi hanno chiesto se volevo candidarmi alle Europarlamentarie del Movimento 5 Stelle. Gli ho detto che non me la sentivo, che non l’avevo mai fatto prima e che preferivo aspettare il partito giusto. Sono diventati delle belve. Sono entrati dentro Rousseau e mi hanno iscritto a forza alle Europarlamentarie. Per due interminabili ore hanno compilato a turno i dati sulla mia candidatura”.

Una notte da incubo per la ragazza, che il giorno seguente si sarebbe recata nel Centro antiviolenza della Polizia postale che, tramite apposito tampone, avrebbe confermato la sua iscrizione alle Europarlamentarie.

I ragazzi, attualmente nel carcere di Rebibbia, avrebbero già minimizzato l’accaduto: “È stata lei a provocarci, ci ha detto che se fossimo stati gentili con lei ci avrebbe fatto giocare col suo tablet”.

 

Alfonso Biondi

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