CITTÀ DEL VATICANO – Piombano come un fulmine a ciel sereno le dimissioni di Joseph Ratzinger, da quasi 8 anni alla guida del Vaticano. Una serie di pressioni e momenti difficili lo hanno convinto a lasciare. “Non stavamo andando così male – spiega un dirigente – abbiamo avuto qualche sconfitta esterna, come i matrimoni gay in Inghilterra, e anche in casa cominciavamo ad avere delle prestazioni altalenanti. Comunque niente che un paio di discriminazioni non potessero risolvere”. La troppa pressione e le troppe sconfitte hanno indotto però Ratzinger a mollare. “Lascio per il bene della squadra”, comunica in una conferenza stampa in latino l’ormai ex papa. Le dimissioni verranno consegnate il 28 febbraio, il tempo per lasciare le ultime direttive e spianare la strada al suo successore eletto mediante conclave. Anche se, a dirla tutta, tale metodo sembra solo una formalità visto che il successore viene indicato da tutti i cronisti in Aurelio Andreazzoli, già allenatore delle giovanili: “Punterò tutto su Totti e Gesù Cristo”, avrebbe confidato.
Chiorbaciov