REGGIO EMILIA – Arturo Gianduia, 74 anni, ha chiesto oggi al magistrato di turno il permesso di interrompere la lunga sofferenza della moglie, iniziata quando ieri pomeriggio è stata colpita da una intensa tosse secca: “Non ne posso più di vederla soffrire così. Soprattutto di sentirla”. Nel nostro paese non è possibile togliere la vita a un malato, però l’uomo spera che il magistrato acconsenta almeno a interrompere le cure e l’alimentazione per la paziente, o come preferisce dire lui: “Gli leviamo le Valda e la chiudiamo in cantina”.
Il sig. Arturo è apparso consapevole di avere davanti una lunga battaglia legale: “Aspetterò fino a domani mattina. Poi, visto che l’Italia non è un paese civile, la carico in macchina e l’abbandono bendata in autostrada”. Secondo i giornalisti che l’hanno intervistata, la signora Gianduia è d’accordo, ma potrebbe essere stata manipolata dal marito: “Se Arturo, coff coff, vuole portarmi a fare l’eutanasia per me va bene – ha dichiarato a un’inviata del Tg1 – l’importante è che torniamo in tempo per vedere Sanremo”.