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Il Governo spiega il silenzio su Silvia Romano: “Siamo già troppo impegnati a sbattercene di Regeni”

Roma (Distratta) – Sono passati ormai diversi mesi dal rapimento di Silvia Romano, la cooperante rapita in Kenya per aiutare i migranti a casa loro come chiedono in tanti, facendo però cosi indispettire i tanti che dicono di aiutare prima quelli che hanno bisogno qua, che sono poi quelli che dicono di mandare denaro ai terremotati ma poi indicono raccolte di denaro per organizzare una spedizione e andare nel Mediterraneo ad affondare una nave ONG.

Interrogato su cosa intenda fare l’esecutivo per riportare a casa la giovane volontaria, Matteo Salvini, di rientro da un breve viaggio in Russia, Stati Uniti (significativa la visita a Philadelphia per vedere la Casa Bianca e l’obelisco di George Washington), Libia, Cina, Andorra, Principato di Monaco, San Marino e Città del Vaticano ha dichiarato: “Perché chiedete a me? Son mica il ministro degli Esteri. Io mi occupo solo di far rimuovere gli striscioni, qualunque siano, pure quelli di Regeni, tipo in Friuli, o al limite di farli coprire con una bandiera della Lega, come a Ferrara!”.

Con grande sorpresa abbiamo quindi scoperto che l’Italia disporrebbe davvero di qualcuno nominato ministro degli Esteri e non solo perché c’era ancora un posto libero nella foto di rito. Ministro di cui si ignora ancora il nome ma non la sede, ovvero la Farnesina, dove siamo stati dirottati in un ufficio in cui, però, non c’era nessuno a parte un manichino seduto alla scrivania.
Prima che lasciassimo la stanza credendo di essere stati vittime di uno scherzo di dubbio gusto abbiamo sentito una voce domandarci: “Posso aiutarvi in qualche modo?
Quando ci siamo voltati abbiamo con sorpresa, e anche una punta di orrore, realizzato che era stato proprio il manichino a rivolgerci la parola.
Il pupazzo parla!
Sono Enzo Moavero Milanesi, titolare del dicastero. Accomodatevi”.

Superato lo sconcerto nel vedere che apparentemente agiva senza che gli muovessero i fili, abbiamo quindi saputo dal ministro come intenda procedere il governo riguardo il caso Romano: “Il governo italiano ha le idee molto chiare sul da farsi: non smuovere nulla e fingere indifferenza fino a che anche questo caso non verrà dimenticato, magari anche con l’aiuto di distrazioni esterne, verrebbe buona anche la vittoria della Nazionale di calcio femminile ai Mondiali. Pillon se ne farà una ragione”.

Nell'immagine, il titolare della Farnesina
Nell’immagine, il titolare della Farnesina

Non ci arrendiamo e decidiamo di recarci alla sede dell’Aise, l’Agenzia informazioni e sicurezza esterna, che ha rilevato Sismi, Sidis, Lidl e In’s. Qui un agente coperto da un passamontagna ci spiega cosa sta succedendo: “Eh, purtroppo siamo sotto organico e non possiamo fregarcene di tutti allo stesso momento. Al momento non possiamo occuparci del caso di Silvia Romano perché siamo già troppo occupati a fregarcene del caso di Giulio Regeni. Pensate che i suoi genitori vorrebbero addirittura che richiamassimo l’ambasciatore dall’Egitto. Oh, io ho scoperto oggi che c’avevamo un ambasciatore là. Tra l’altro, ha pure cambiato il numero e non ha dato quello nuovo a nessuno, per cui non possiamo manco chiamarlo, figuriamoci richiamarlo!
Proprio in quel momento un altro agente in passamontagna irrompe nell’ufficio: “Dottò! Dottò!
Che c’è Gargiulo, ehm, agente B12?
Dopo la morte di Morsi stanno arrivando alcune rivelazioni su Regeni! Che faccio, dottò?!
Di’ che siamo già occupati a fregarcene di Quintino Pautasso”.
E chi sarebbe?
Un ricercatore italiano rapito nel 1935 durante la spedizione in Abissinia che voleva indagare su nostro impiego dei gas”.
Provvedo subito, dottò”.

Al momento di prendere mestamente congedo travolti da un misto di rabbia e indignazione, poniamo un’ultima domanda all’agente mascherato: “Ma a essere ingannata così, non pensate che prima o poi la gente si incazzerà sul serio?
Forse”, ci risponde seraficamente, “ma fintanto che la gente continuerà a pensare che un articolo come questo sia contro le vittime e non contro chi dovrebbe occuparsi di loro e non lo fa, possiamo continuare a dormire sonni tranquilli”.

Augusto Rasori

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