San’Terrore Ortografico (BN) – “Basta! Mollo tutto! Questo non è un mestiere: è una prigione”, queste le parole di Carlo Diaspora, edicolante quarantenne che (tra un epiteto e l’altro poco colorito nei confronti di clienti, distribuzione locale, distribuzione nazionale, editori, amministratori delegati e semplici passanti), ha distrutto il suo chiosco (fino a quel momento adibito a rivendita di quotidiani, settimanali, quindicinali, mensili e cannabis light) smontandolo in circa 1976 pezzi, tra lo sconcerto dei presenti e il divertimento degli anziani che già pregustavano l’apertura di un nuovo cantiere.
Asce, picconi, martelli pneumatici, vanghe, mietitrebbia, sono solo alcuni degli oggetti che Diaspora ha usato per distruggere il suo chiosco: “Ho costruito gli attrezzi usati per la demolizione grazie alle collana ‘Fai da te i tuoi attrezzi per il fai da te’ allegata al settimanale ‘Nuove idee per vendere copie di questo settimanale’. In sole 243 uscite sono riuscito a mettere insieme un piccolo arsenale che mi ha permesso di radere a zero questo ammasso di ferraglia in cui ero rinchiuso. Sono dieci anni che sono qui dentro ma è come se fossero passate sette generazioni”
Nonostante il senso di frustrazione e prigionia, Diaspora ricorda con un misto di nostalgia e commozione i primi tempi passati nella sua edicola: “Quando ho aperto la gente comprava ancora i porno. Ne vendevo su ogni supporto: giornaletti, musicassette, VHS e i DVD con i virus già preinstallati. E grazie al porno vendevo anche tante copie del Sole24Ore che i clienti usavano per nasconderci dentro i porno”.
Ma poi Internet ha portato via tutto il romanticismo: “Gli unici porno che vendo ora sono le copie di ‘Stantuffami’ che un mio cliente compra solo per nasconderci dentro il Sole24Ore”.
L’atto di furia estrema che ha colto il Diaspora ha inaspettatamente dato vita ad una nuova opportunità che nemmeno aveva mai immaginato: “Improvvisamente la mia edicola è tornata al centro dell’attenzione qui a San’Terrore, dando vita ad uno spontaneo assembramento di persone pronte a dispensare consigli non richiesti. Ogni anziano, bambino, pantegana o leghista passato nei paraggi ha sentito la necessità di esporre le proprie opinioni su come procedere alla demolizione e alla successiva ricostruzione del chiosco, secondo le proprie idee stilistiche ed imprenditoriali. Al che a un certo punto ho sbottato: ‘E costruitevela voi un’edicola!’ scatenando mormorii entusiasti ma suscitando anche l’attenzione di un editore giunto nei paraggi attirato dall’insolita immagine di un gruppo di persone davanti a un’edicola”.
Così è nata l’idea della collana “Costruisci la tua edicola in circa 1976 pezzi”.
“A soli tredici euro ad uscita, la nostra collezione permetterà a chiunque di costruirsi il proprio bugigattolo di giornali personale – spiega l’editore Pedone Giza – La durata? La collezione dura solo trentotto anni e qualche mese, cioè il tempo necessario a versare i contributi richiesti a un edicolante per andare in pensione! Siamo dei geni o no?”
La collana ha immediatamente riscosso l’entusiasmo di pubblico e critica. “Un successo che definire clamoroso è clamoroso – dichiara l’editore – tanto che sto pensando di lanciare anche la collana ‘Costruisci la tua impresa editoriale in circa 1976 pezzi’”
Ecco intanto in dettaglio l’elenco delle prime dieci uscite:
Prima uscita: “Le porte e alcuni dvd porno”
Seconda uscita: “I gatti da compagnia”
Terza: “Un pezzo dell’edicolante” (a sorpresa)
Quarta: “Il tetto e una rivista di enigmistica che vanta innumerevoli tentativi di imitazione”
Quinta: “Una causa con la distribuzione e altre riviste di enigmistica”
Sesta: “Il vecchio che passa ogni giorno, sfoglia i giornali e non compra mai”
Settima: “Il cartello con scritto: Questa non è una cazzo di emeroteca!”
Ottava: “Pagina del vocabolario con la definizione di ’emeroteca'”
Nona: “L’IVA trimestrale da versare completa di arretrati”
Decima: “Altre riviste di enigmistica ma con le soluzioni già compilate”
“Sarà un trionfo”, esulta Diaspora che finalmente grazie alle royalties può non fare l’edicolante, “In dieci anni moltissimi clienti mi hanno detto che avrebbero voluto fare il mio lavoro: ora ne hanno la possibilità. Si rovinino la vita e non mi rompano più i coglioni!”
Davide Paolino e Francesco Conte