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Turismo macabro. Aumentano i pellegrinaggi nelle trasmissioni di Paolo Del Debbio

Turismo macabro. Aumentano i pellegrinaggi nelle trasmissioni di Paolo Del Debbio - Lercio

Milano (EU) – “È allarme! Non sappiamo più cosa fare per impedire alle persone di venire qui, sul luogo del disastro. Ogni mattina troviamo una folla di curiosi che spinge per entrare nello studio e fare foto. L’altro giorno si sono introdotti anche due pullman di giapponesi che, vedendo il trambusto, hanno pensato fosse uno dei punti di interesse più importanti della città, come il Duomo o, parlando di tragedie, Milanello. Dobbiamo fermare questo turismo macabro: abbiamo richiesto aiuto a reparti speciali che hanno lavorato a Cogne, Avetrana o nell’albergo di Firenze dove il Napoli perse lo scudetto. Li aspettiamo con impazienza”.

A parlare è Carlo Saverio Carforini, dipendente Mediaset da oltre vent’anni che non riesce ancora a spiegarsi, pur avendole viste tutte in questi anni di carriera, come sia possibile che capannelli di persone, ogni giorno, passino per Milano solo per andare a vedere con i propri occhi gli studi delle trasmissioni di Paolo Del Debbio.

Io lo seguivo da quando faceva le domande ai passanti, come era magro e sexy a quei tempi”, spiega una dolce vecchina dal pessimo gusto, “per fargli dire che la fonte di ogni male era Romano Prodi, ma ricordo pure di quanto parlava del prezzo delle zucchine o di una sconfitta dell’Albinoleffe. E quanto c’aveva ragione, ragazzo mio, è sicuramente colpa di Prodi se stiamo a questo punto: se l’euro non vale nulla, se gli immigrati sono diventati proprietari degli alberghi in cui alloggiavano, e se ‘Io Sono Giorgia‘ non è una hit a livello mondiale. È una vergogna!

Del Debbio è un grande, e se ha fatto quello che ha fatto ha i suoi buoni motivi”, spiega un fan dell’illustre giornalista che vuole rimanere anonimo, mentre fa le foto a Brasile, sulla carta Massimiliano Minnocci, rimasto imbalsamato ancora lì dalla scorsa puntata, “Er brasiliano ha ragione: bisogna richiedere ordine e disciplina, sennò te meno. Se mi guardi male, te meno. Se sei nero, te meno. Se sei frocio, te meno. Se sei communista, te meno. Se sei Vauro non te meno che la vita già t’ha rovinato tanto…

Qualcuno, approfittando dei pulman che arrivavano a frotte davanti agli studi, ha deciso di inventarsi un lavoro e organizzare visite guidate nei luoghi della perdizione. “Qui”, spiega Carforini, “ogni giorno un giornalista iscritto all’ordine fomenta una parte del Paese con servizi ad hoc per convincerli che è in atto un’invasione che minaccia le nostre culture, i nostri figli, il nostro futuro, o semplicemente il nostro portafoglio. Lì”, indica Carforini, “è il punto in cui Mario Giordano, ha distrutto le zucche finte di Halloween, una festa becera che sta rovinando le nostre tradizioni costringendoci a mangiare questo ortaggio del diavolo. Laggiù, invece, è dove Del Debbio ha minacciato Vauro di cacciarlo dallo studio, qui di fronte è dove ha litigato con Oliviero Toscani, e quell’angolo è dove ha effettivamente invitato alla porta Alessandro Cecchi Paone. Invece, questo anfratto dietro le quinte è dove ogni tanto (forse una volta ogni dieci anni) si vergogna leggermente dei suoi programmi. Ma questa è un’assurda leggenda metropolitana”.

Del Debbio però non si fa prendere dal panico su questo turismo macabro e, anzi, rincara la dose: “Sarà sicuramente colpa della sinistra e dei centoventi giornali che possiede se gira questa storiella che sono fazioso. Ma non mi interessa, a Rete Quattro ci sono da sempre giornalisti di tutte le parti politiche, come Mario Giordano, Maurizio Belpietro, Emilio Fede, Vittorio Feltri, e come dimenticare quel gran pezzo di Medjugorje di Paolo Brosio. Un parterre che raccoglie tutti i lati della politica: estremissima destra, estrema destra, destra cattolica e bigotta, e ultra destrissima”.

Davide Paolino

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