Mercato San Severino (Sa) – “È stata una brutta disavventura, ma è tutto bene ciò che finisce bene”, ha commentato Domenico Farina, trentasei anni, ancora un po’ provato dall’esperienza. L’uomo, per otto lunghi mesi, è stato ritenuto morto da chiunque facesse parte della sua schiera di conoscenze, ma in realtà si era solo perso nel negozio di mobili più desiderato dalle donne in procinto di convolare a nozze.
“Mi ricordo benissimo tutto”, spiega Farina, “ero andato all’Ikea con la mia futura sposa Priscilla, per constatare i prezzi di qualche libreria, due cucine, un salotto, un ripostiglio, tre tavoli da pranzo, una sala da ballo, terrazza, balconcino, attrezzi da giardino, igloo, cuccia per il cane, per i conigli, per il cane dei conigli, depandance accessoriata per il gatto, e forse anche un paio di presine da cucina, il che mi sembrava tutto un po’ eccessivo, considerando che la casa dove saremmo andati ad abitare era di soli 50 metri quadrati, ma Priscilla continuava a inserire codici nel carrello e io pensavo che avessimo vinto al superenalotto o che lei avesse ritrovato per caso i 49 milioni della Lega.”
Ma la situazione è degenerata perché nella furia degli acquisti è successo il fattaccio che ha determinato la sparizione del Farina e il suo susseguente ritrovamento, dopo otto lunghi mesi.
“Priscilla, ordinandomelo con tutta la sua dolcezza, mi aveva chiesto di andarle a controllare un björnholmen, in qualche oscuro corridoio. Poi aveva aggiunto anche un fjälkinge, un gömmären, un hagalund e un kåraboda, che a quei tempi non sapevo assolutamente cosa fossero, quindi sono andato nel panico, mi sono perso e non ho più saputo ritrovare la via verso l’uscita. La cosa positiva è che ora, dopo mesi passati qui dentro Jag talar svenska som en tonfisk som odlas i skogarna i Lappland”.
Ma come sia riuscito poi a cavarsela ce lo spiega il direttore della filiale locale dell’Ikea, l’italianissimo Jan Esposito: “Vero, io essere vero italianö, signor Farinä essere riuscito con abilissimo stratagemma a rimanere in vita derubando cibo da mio ristorante (cattivo, non si fa) e nel mentre, obnubilato dalla bellëzza di questo posto unico al möndö, ha iniziato a utilizzare altri clienti dispersi come libreria, lui segava clienti, diventavano armadio e riponeva cibo e divertimenti (altri clienti) sugli scaffali. Molto ingegnoso. Complimenti. Pure se sono morte persone ma ovviamente volevano morire essendo la vita così triste, dannata depressione svedese…”
”Sono riuscito ad uscire dallo stabilimento solo quando, dopo otto mesi, ho sentito la voce della mia Priscilla: era lì col suo nuovo compagno, intenti a scegliere i mobili per la loro casa. Lì per lì la situazione mi ha provocato diversi stati d’ansia tipicamente svedesi: depressione, ascolto di musica metal, depressione continuata, ascolto di dark metal, depressione a banchi ma solo su Campania e Molise, ascolto di Ermal Meta, ancora più depressione, fondazione di un gruppo metal. E poi ho detto che non mi importava perché, per fortuna, gli svedesi hanno una parola dolce e soave per tutte le donne che si trovano un altro uomo neanche un anno dopo che sei presunto morto. E se lo sposano pure, quando io per toccare una misera tetta ci ho dovuto mettere tre anni. La parola è: ndachellazocclbucchinëmammtechitacriät, che significa ”ti ho voluto tantissimo bene ma poi ho scoperto che sei solo una grandissima zoccola!”, conclude Farina abbracciando una libreria Billy, la sua nuova compagna.
E come dice un proverbio svedese: allt är väl vad som slutar monteras“.
Davide Paolino