Inset (TO) – Una strabiliante scoperta è stata annunciata stamani dall’equipe guidata dall’entomologo torinese Enrico Pimo: le api anziane, quando non hanno più funzioni riproduttive né lavorative, osservano le api operaie durante la costruzione dell’alveare.
Enrico Pimo, che ha iniziato a studiare gli insetti da quando è stato morso da un entomologo radioattivo, ha raggiunto risultati sorprendenti negli ultimi anni, dimostrandosi uno dei migliori ricercatori al mondo nel suo settore: tra le altre cose, ha scoperto una mantide religiosa che dopo il sesso vuole le coccole, uno scarrafone che non è bello neanche per mamma soja e una zanzara che torna tutte le estati a pungere lo stesso uomo.
La sua ultima ricerca getta nuova luce sul mondo della api. Il team italiano da lui guidato, grazie a piccoli insetti robotizzati dotati di micro-telecamere (collaudati per mesi nel bagno di Miriam Leone), ha infatti scoperto che oltre all’ape regina (apis sabinabegan), alle api operaie (apis cipputi) e ai fuchi (apis roccosiffredi) c’è una nuova categoria sfuggita fino a ora agli entomologi: l’ape che osserva i lavori (apis umarell).
I fuchi o le api operaie diventano api umarell non appena raggiungono l’età di 100 giorni e si ritirano dalla vita attiva, dedicandosi a guardare lo svolgimento dei lavori degli insetti più giovani. Le api umarell si alzano dalle loro postazioni con un “Oplà”, si recano sul cantiere dell’alveare indossando una sorta di cappello ricavato dalle foglie di platano e si muovono volando a marce basse, creando lunghe code, infine si appostano in una caratteristica posa con le zampe incrociate dietro la schiena.
Questi anziani insetti, dall’alto della loro esperienza, dispensano preziosi consigli alle api operaie, anche se pare che queste ultime non li apprezzino particolarmente. Le reazioni più comuni sono infatti due: ignorare totalmente i suggerimenti o rispondere con sufficienza “Ok boomer”.
Andrea Michielotto