Corte D’Assisi (PG) “È già la terza volta dall’inizio dell’anno che rovinano le nostre erbe mediche (necessarie per la produzione dei famigerati amari digestivi N.d.r.) per andare a sbranare gli animali del vicino“. Con queste parole piene di risentimento, Frate Gio si difende dagli attacchi per esser venuto meno, insieme a Fra’ Evan, a uno dei principi cardine dell’ordine religioso cui appartiene quando i due pii uomini di fede hanno abbattuto a fucilate una coppia di lupi e i suoi tre cuccioli.
Frate Gio ha cercato di spiegare ai giornalisti le motivazioni del loro gesto: “Noi, in quanto francescani, abbiamo provato a parlarci, ma non c’è stato verso! Continuavano a non riconoscerci e nonostante fossimo vestiti di iuta come il Santo non riuscivamo a comunicare. Non volevamo abbatterli ma avvisarli di stare alla larga dal Cardo Santo e dall’Achillea Moscata” – incalza il francescano – “Ora…”
“Et labora”
“No, Fra’ Evan, ‘ora’ nel senso di ‘adesso’! Dicevo, non si pretendeva certo un tutorial da San Francesco ma non ci ha lasciato neanche un cazzo di vademecum o un manuale con le istruzioni per i lupi o un dizionario di perugino-lupesco”.
“Eravamo soli davanti a quel deleterio branco di bestie, di cui tre esemplari rarissimi di lupi nani – che solo più tardi abbiamo realizzato fossero cuccioli – che continuavano noncuranti a strofinarsi la schiena sull’unica pianta di anice stellato della regione. E considerate che l’ultimo bicchiere di Frangelico l’abbiamo bevuto due anni fa, per non parlare dell’amaro francescano”.
Frate Gio racconta che a quel punto Fra’ Evan, il più saggio del monastero, che conta solo loro due, si è ricordato della parabola di ottobre del calendario di Frate Indovino che recita “Se un lupo ti piscia sulla genziana sparagli addosso, potresti trovarci dentro una nonna o Cappuccetto Rosso” e a quel punto “Abbiamo preso un vecchio archibugio che ci aveva donato Fra’ Diavolo e abbiamo fatto fuoco”.
A nessuno dei due frati è purtroppo venuto in mente che i lupi fossero di Gubbio e che il loro dialetto è quindi un po’ diverso, da qui le difficoltà di comprensione.
Lattanzi Vittorio