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Professore di storia sorpreso mentre insegnava ai suoi alunni a invadere la Polonia

Professore di storia sorpreso mentre insegnava ai suoi alunni a invadere la Polonia - Lercio

Civitanova Marche (MC) – Ormai chi arriva nelle Marche sa che potrà passare da una Sagra de li sardunci a scottaditu a quella de lu ciausculo spalmabile, o magari bere un Varnelli tra le dolci colline del maceratese e, perché no, essere oggetto delle attenzioni delle ragazze sulla statale Adriatica a Porto Sant’Elpidio. “È tutto?” direte voi, no, nelle Marche c’è anche il terremoto, proprio come quello avvenuto in un liceo di Civitanova intitolato a uno che in passato ha studiato tanto, tipo Leonardo da Vinci o Giacomo Leopardi o Renzo Bossi, ma che noi chiameremo con il nome di fantasia di Gabriele D’Annunzio. Roberto Farinacci (anche qui useremo un nome puramente di fantasia), professore di storia e filosofia e autore di vari testi storici molto controversi come Campi di sterminio o panifici?, il suo best seller Abbiamo perso la guerra? e Come ripensare ai filmati della seconda guerra mondiale allegramente e a colori, si è recato come tutti i giorni a scuola con la sua proverbiale voglia di rimettere tutto in gioco e ha iniziato una delle sue lezioni più fantasiose.
Il fatto, emerso oggi, risale proprio allo scorso primo settembre, anniversario di inizio della II Guerra Mondiale (considerata quella grossa dagli studiosi americani, almeno fino a quella con Granada del 1983) quando, più che una lezione, ai ragazzi sembra sia stata impartita una vera ‘rivisitazione storica’, nella quale il professor Farinacci è stato sorpreso a incitare i suoi alunni a invadere il banco del vicini sulle ispiratrici note di Wagner.
Grazie alle molteplici testimonianze siamo in grado di riportarvi una precisa ricostruzione dei fatti:

Richiamato dal trambusto di banchi che si spostavano di continuo, il bidello (a lui non daremo nessun nome di fantasia ma lo chiameremo semplicemente il bidello, come faceva Saramago) si sarebbe avvicinato alla porta dell’aula cercando di origliare e capire cosa stesse succedendo all’interno. Al settimo “Heil Hitler!“, l’operatore scolastico avrebbe deciso di entrare per vedere con i suoi occhi il perché di tutto quel caos. Preso dal panico avrebbe iniziato a bussare in maniera ossessiva e, senza rendersene conto, seguendo il ritmo della Cavalcata delle Valchirie. Solo al termine del terzo atto dell’opera wagneriana, pare che il bidello sia riuscito a far sentire i suoi tocchi sulla porta e a entrare, non prima però di sentirsi rispondere tre volte “Raus!“. Una volta nell’aula si sarebbe trovato di fronte a un Farinacci tutto impettito e con dei baffetti come quelli di Chaplin nel film Il grande dittatore. A questo punto, il professore avrebbe chiesto al bidello il perché di quella brusca interruzione visto che lui, in quel momento (anche se tutto lasciava intendere che stesse insegnando ai ragazzi come invadere la Polonia), stava cercando di recitare il monologo del barbiere che fa finta di essere il dittatore nel film Chaplin. Il bidello, chiedendo subito scusa, avrebbe sottolineato, però, l’inappropriato frastuono prodotto in una lezione di storia. Sembra anche che il bidello abbia fatto notare l’imbarazzante somiglianza del professore con il vero dittatore, non quello interpretato da Chaplin. A quel punto il professore, notando dell’astio nelle parole del bidello, avrebbe specificato che chiunque avesse avuto quel tipo di baffetti avrebbe finito per assomigliare a Hitler, persino Chaplin e il bidello stesso.

Il bidello, turbato dallo strano evento, avrebbe poi denunciato la cosa agli altri professori dell’istituto, i quali, avendo ben chiara la delicatezza della questione e l’importanza di dare un segnale forte e deciso nello stigmatizzare certi comportamenti assolutamente inammissibili, avrebbero spinto per il licenziamento del bidello reo di origliamento facile e avrebbero ingaggiato il professor Farinacci come attore nella recita di fine anno, per fargli interpretare il monologo del barbiere nel film Il grande dittatore.

Sergio Marinelli

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