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L’Iran accoglie Di Battista a patto che faccia da scudo umano

L’Iran accoglie Di Battista a patto che faccia da scudo umano - Lercio

Turis (TA) – “Mi si nota di più se vado in Iran a rischiare di farmi uccidere da un drone americano e scatenare la terza guerra mondiale o se resto in Italia a mettere quotidianamente il bastone tra le ruote a Gigi con il chiaro obiettivo di sfasciare ciò che resta del Movimento 5 Stelle?”.
È il dilemma che in queste ore attanaglia l’umile artigiano del legno Alessandro Di Battista, l’ex «gemello diverso» ed attuale spina nel fianco del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, l’idolo giramondo dei pentastellati dissidenti e dei vacanzieri a scrocco.

In una nota indirizzata alla Farnesina, le autorità iraniane hanno fatto sapere tramite un portavoce che “Se proprio non riuscite a trattenerlo nel vostro paese, sfrutteremo la sua presenza sul nostro territorio e lo utilizzeremo come scudo umano. Non so se qualcuno vi ha avvisato, ma qui in Iran abbiamo qualche problemino di ordine pubblico. Converrete con noi che avere un tizio come Cuore di Panna tra le palle proprio in questo momento delicato non è il massimo. Le nostre condizioni sono queste: se il grillino dovesse entrare in Iran lo incateneremo nei pressi di qualche postazione militare strategica, per dissuadere il nemico a bombardarla – Mi auguro che, dato il personaggio, non si ottenga l’effetto contrario…” ha aggiunto pensieroso il portavoce toccandosi i coglioni.

Troppo pericoloso dunque per portare con sé la compagna Sahra e il figlioletto Ahnhdhrheha a questo giro. Al loro posto un solo compagno di avventura: Gianluigi Paragone, che per precauzione viaggerebbe con la sua poltrona da senatore incollata saldamente al culo.

A prescindere dall’uccisione del generale Soleimani da parte delle forze militari americane, il viaggio in Iran di Di Battista in realtà era stato programmato già da tempo. Lo scorso novembre, inoltre, aveva già visitato Teheran per un reportage che avrebbe dovuto far finta di tenerlo impegnato per un mese e mezzo, ma Dibba era dovuto rientrare in anticipo per un ordine improvviso dai piani alti: dall’8 dicembre al 6 gennaio, infatti, il provetto falegname ha dovuto recitare giorno e notte, 24 ore su 24, nel presepe vivente allestito nel giardino della villa di Davide Casaleggio nella parte di San Giuseppe, con la compagna e il figlio in quelle della Madonna e di Gesù Bambino, il senatore Giarrusso e Davide Barillari nei ruoli del bue e dell’asino e Ciro – il figlio di Beppe Grillo – nella parte dello Spirito Santo.

Nel frattempo, mentre il «guerriero» si decide con calma a prendere una decisione tra una puntatina all’agenzia viaggi e qualche appunto sparso per il futuro best seller su Bibbiano, Di Maio – visto che le cose si mettono davvero male in Iran – ha già firmato l’autorizzazione ad impiegare Di Battista come scudo umano imposto da Teheran, falsificando la firma dell’eroico pasdaran pentastellato, in caso di improbabili e remoti tentennamenti di quest’ultimo. Di Maio, già che c’era, ha predisposto un volo di Stato e stivato al suo interno la valigia con dentro il cadavere di Paragone.

Andrea Canavesi

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