Vasco Rossi e il suo cervello sono finalmente entrati in studio per registrare un nuovo album (uscita prevista per giuglio). Era dai tempi di Gli spari sopra che non accadeva, e lo aveva già anticipato su Facebook, quando aveva scritto “Siamo tornati!” sulla bacheca di una casa di cura. Allora in molti si erano chiesti se la collaborazione tra Il rocker di Zocca e Vasco fosse solo una session temporanea oppure se i componenti storici della band (tra cui il suo ex batterista, il fegato, con i cui rapporti si erano induriti negli anni) avessero davvero intenzione di tornare a suonare dal vivo e produrre di nuovo qualcosa insieme.
Il Zocker di Rocca, come amano appellarlo i suoi fan più sativi, da tempo sta cercando di rimettere insieme i pezzi di un rapporto controverso e burrascoso, combattuto a colpi di prozac, con il suo cervello, che nell’ultimo decennio ha offuscato la sua carriera artistica.
Il fatto che negli ultimi tempi ogni cagata che incidesse, cover comprese, venisse trasmessa da tutte le radio nazionali fino a renderla meno detestabile, la mediocrità delle produzioni degli altri pretendenti al trono del rock italiano (Ligabue, Negrita, Litfiba), talmente scarsi da costringerci proprio ad accostarlo alla parola “Rock”, e la dilagante incompetenza dei suoi seguaci, hanno fatto sprofondare Vasco in uno stadio di depressione conosciuto in psicologia come Sindrome da “Turista per sempre”.
In queste ore il tam tam è frenetico, in moltissimi non vedono l’ora di rivederli salire sul palco insieme, e magari anche con i suoi migliori musicisti di sempre. Si parla di dieci tappe previste ma non sono ancora state ufficiliazzate ne il luogo, ne la data della sospensione del tour.
Vittorio Lattanzi (foto: Goldmund100/wikimedia)