Il Cairo – Un nuovo esame sui resti di Tutankhamon, condotto da un archeologo che al momento risulta ancora vivo, potrebbe gettare una nuova luce sulle cause della morte del faraone bambino.
Tutankhamon, a quanto rivela l’archeologo, sarebbe stato uno studente e un attivista per i diritti umani. E all’epoca, per essere considerato tale, era sufficiente frustare gli schiavi con poca energia. Per questo motivo i servizi segreti dell’epoca lo avrebbero catturato, torturato, ucciso, mummificato, ficcato in un sarcofago e poi avrebbero insabbiato tutto, ma proprio letteralmente. Dopo di che avrebbero costruito le piramidi solo per depistare.
Ma da dove ha tratto, l’archeologo, la convinzione che Tutankhamon fosse uno studente? “Intanto perché aveva 18 anni e a quell’età anche i faraoni o studiavano o andavano a fare gli elettrauti, ma soprattutto perché nel suo stomaco abbiamo ritrovato una poltiglia mai digerita di pasta col tonno”.
Questo nuovo studio conferma quanto già si sospettava: le autorità egiziane hanno da sempre qualche problema con gli studenti. Anche oggi ne sono letteralmente terrorizzate. Il motivo non è facile da comprendere, ma potrebbe dipendere dal fatto che studiare, magari anche all’estero, aiuta i ragazzi a sviluppare il senso critico e a guardare il mondo – e il proprio Paese – con occhi diversi. E questo potrebbe dare fastidio a un regime che, per sua natura, mal sopporta il dissenso e mira a mantenere il proprio potere facendo ricorso alla repressione. Ma questa è solo un’ipotesi.
Non si è fatta attendere la replica del portavoce dei servizi segreti egiziani: “Tutankhamon è stato ucciso da una banda di rapinatori, ci sono delle prove che i nostri predecessori dell’epoca hanno sparpagliato ad arte nella sua tomba, cercate meglio. E comunque noi non c’entriamo niente, né con Tutankhamon, né con Giulio Regeni e nemmeno con questo Patrick George Zaki, che tra l’altro è ancora vivo. Consigliamo all’archeologo, che tra l’altro è ancora vivo, di occuparsi di attività più tranquille, tipo catalogare vasi di terracotta. Non vorremmo che gli succedesse una disgrazia. Ma mica perché gli facciamo qualcosa noi, eh, intendo per quella storia della maledizione!”
Eddie Settembrini