PADOVA – E’ stato un atto estremo quello compiuto da Filippo Negrin, padovano leghista di 51 anni e giardiniere da oltre 20, che Giovedì scorso ha deciso di togliersi la vita per la disperazione.
I familiari l’hanno ritrovato riverso a terra, sul verde prato di casa sua, morto a seguito dell’ingestione di un grosso quantitativo di vernice verde, usata in precedenza nel goffo tentativo di colorare il manto erboso della villa di un suo cliente.
Il giardiniere, secondo quanto raccolto dagli inquirenti, soffriva del cosiddetto “complottismo paragonoide”, una rara forma di depressione che porta chi ne soffre a comparare ossessivamente i propri oggetti con quelli del vicino di casa, i propri soldi con quelli di chiunque viva ad una latitudine inferiore e il proprio pene con quello degli extracomunitari. “Era paranoico” -conferma la moglie, distrutta dal dolore “Lavorava dodici ore al giorno per riuscire ad ottenere un colore migliore di quello là, ma a quanto pare il giardino che ossessivamente provava a curare era stato colpito da un terribile fungo. Di sicuro non è un parassita nostro, -prosegue la vedova- viene dall’est, ne sono certa. Portato da qualche zingaro”. Sotto accusa Gongolo e Dotto, i nani da giardino della casa adiacente, colpevoli, secondo fonti attendibili, di aver portato dal loro paese il terribile parassita che ha indotto il signor Negrin a liberarci dalla sua vita.
Alessandro Testa