Da ottobre il filone delle fiction a tema religioso targata RaiUno, si arricchisce di un nuovo e forse definitivo capitolo: una fiction che racconta l’esistenza di Dio, dall’inizio dei tempi ai giorni nostri. Ne parliamo con il regista Amos Cantarelli, che incontriamo nella sua casa di Roma.
Come è nata l’idea di una fiction su Dio?
Mi hanno contattato mentro ero in Scozia a preparare un film sul Mostro di Lochness. La produzione Rai mi ha proposto questa fiction su Dio e mi ha lasciato qualche giorno per rifletterci. Da una parte ero attirato dall’idea di fare un film su un’entità misteriosa che nessuno ha mai visto, ma alla fine ho accettato la fiction su Dio.
Chi sono i protagonisti di questa fiction?
Per la parte di Dio da giovane abbiamo scelto Beppe Fiorello, mentre per il Dio più in là nei secoli abbiamo pensato a Paolo Villaggio. Abbiamo volutamente ignorato il concetto di Trinità per motivi di budget. Comunque ci saranno tanti volti noti della televisione, mi dispiace solo che abbiamo dovuto tagliare la parte di Lando Buzzanca, so che ci teneva molto.
Cosa devono aspettarsi i telespettatori nelle prime puntate?
Per le prime 18 puntate, a parte un grosso lampo di luce iniziale, non succede assolutamente nulla.
Nulla?
Nulla. Solo un primo piano di Beppe Fiorello.
Un primo piano di Beppe Fiorello per 18 puntate?
Sì, ma con le musiche di Nicola Piovani.
Ah, ok.
Poi le cose cominciano a movimentarsi con la creazione della terra e dell’uomo. Abbiamo tagliato la parte dei dinosauri per motivi di budget.
E poi?
Poi si entra nel vivo della storia con scene spettacolari e di sicuro impatto, come quando Dio ordina a Mosè (Gabriel Garko) di sterminare i madianiti, uccidendo ogni bambino maschio e ogni donna che ha avuto rapporti sessuali con un uomo, lasciando in vita le fanciulle vergini per Mosè e i suoi uomini (Numeri, 31:17-18). Oppure quando invia due orse a sbranare quarantadue bambini che avevano preso in giro Eliseo (Lino Banfi) per la sua calvizie (2 Re, 2:23-24).
E queste scene così cruente andranno in onda in prima serata su RaiUno?
Sì, è difficile censurare Dio. Un dirigente Rai ci ha provato ma è stato colpito dalla lebbra.
Quindi appuntamento a ottobre.
Appuntamento a ottobre, se Dio vuole.