Como – Si chiama Camemberto il primo leghista prodotto in laboratorio mediante un’avanzata tecnica di clonazione.
Il prof. Giovanni Ammondo, direttore dell’Istituto Europeo di Ricerca Istologica San Cernobbio, annuncia la notizia dell’importante risultato raggiunto nel bar dell’Istituto, dopo la seconda pinta di Acqua del Po.
“Abbiamo avuto qualche difficoltà all’inizio – spiega – perché il nostro intento era quello di clonare un vero leghista puro del mesolitico, prima che la razza leghista fosse contaminata da quella terrona”. Ma le cellule di leghista, recuperate da una salma rinvenuta nei pressi di Valdidentro, presentavano filamenti di dna gravemente corrotti e incompleti. È stato quindi necessario completarli con il dna di Neurospora crassa, una specie di muffa del pane particolarmente arguta.
Una volta completata la prima fase, il dna così ottenuto è stato inserito in uno zigote – previamente svuotato – prelevato dall’utero di una scimmia urlatrice e successivamente impiantato in una donna volontaria di attestate origini celtiche.
“L’esperimento è stato condotto in totale riservatezza, perché l’esito era davvero incerto – continua il professore – ma oggi possiamo annunciare con orgoglio che Camemberto è nato e sta bene. Ha anche fatto il suo primo ruttino. Abbiamo così scongiurato l’estinzione dei leghisti”.
A chi gli chiede se la tecnica adottata possa essere sperimentata anche sugli umani, il prof. Ammondo risponde con prudenza: “La razza leghista è molto meno complessa geneticamente di quella umana, quindi ci vorrà ancora del tempo. Ma forse nel prossimo anno riusciremo a clonare un grillino”.