NAPOLI – Nei momenti di crisi – si dice – gli italiani danno il meglio di sé, e l’emergenza coronavirus non fa eccezione. Se poi aggiungiamo tutta la maestrìa nell’arte del sapersi arrangiare dei napoletani, arriva una soluzione ingegnosa per poter uscire di casa in questi tempi di clausura forzata senza rischiare multe che andrebbero a intasare quel cassetto già affollato da tutte le sanzioni che non abbiamo mai pagato.
Probabilmente è proprio questo cocktail a base di intelligenza, furbizia e paraculismo ad aver folgorato il 24enne Santo Gennaro Disangennaro, di mestiere tifoso del Napoli, che ha avuto la brillante idea di stampare una intera stanza di appartamento su una maglietta. In questo modo, Disangennaro ha ingannato le forze dell’ordine ai posti di blocco mentre scorrazzava per la città intento a faccende urgenti come comprare l’ultimo videogame per Playstation 4 o stalkerare chella pucchiacca r’ ’o supermercato cull’uocchie verde comm ddoje gocce ‘e mare, uocchie belle ca fann’ male.
Purtroppo per il povero Disangennaro, lo stratagemma è stato però svelato da una pattuglia dei carabinieri che lo ha fermato ieri mattina. In un primo momento il trucco sembrava reggere e gli agenti hanno pensato di trovarsi di fronte a una banale porta dimenticata aperta, sopra uno scooter. Poi però, insospettiti dal fatto che nella stanza non si vedesse nemmeno un poster di Maradona, hanno provato a suonare il campanello premendo sul capezzolo destro del giovane, che ha provato a simularlo con il clacson del motorino. Disangennaro si è infine fatto riconoscere, forse spaventato dall’idea dei carabinieri di provare a controllare l’ingresso sul retro.
Il 24enne è stato denunciato a piede libero, ma il trucco della maglietta è solo l’ultimo di una lunga serie di piccole truffe che stanno imperversando in questi giorni a Napoli. Sempre ieri la guardia di finanza partenopea ha arrestato un gruppo di persone intente alla vendita clandestina de ‘o mattune disinfettante’, un semplice mattone che se agitato, proprio come il sangue di San Gennaro, avrebbe dovuto sciogliersi diventando amuchina. È finito in carcere anche il 34enne Ciro Esposito Antonio Giuseppe, noto come ‘il podologo dei papi’, che spacciava per inestimabili reliquie false unghie incarnite di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Gianni Zoccheddu