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Fase 2. I runner potranno tornare a correre ma solo nei boschi e durante la stagione di caccia

Foto Credits: Free-Photos/Pixabay

Roma (Casaleggio S.P.A.) – Sono ormai più di cinquanta i giorni dell’Italia da “zona rossa”, o “zona protetta” per dirla con le parole del Premier Conte, o ‘il Paese madrepatria del coronavirus’ come dicono tutte le altre nazioni compresa la Cina, fischiettando. Più di cinquanta giorni durante i quali le restrizioni si sono fatte sempre più stringenti, un po’ per cercare di evitare il propagarsi del contagio e un po’ perché per lunghi tratti si è avuta la leggera impressione che né quelli al governo né i tecnici stessero capendo effettivamente cosa cazzo fare.

Per me bisognava chiudere anche prima”, afferma un Burioni passato per caso, “io lo avrei fatto già a giugno scorso che me lo sentivo che sarebbe successo tutto ciò ma ho preferito tenermi il segreto sennò avrei spoilerato il mio ultimo libro che, visto che ci siamo, è in vendita in tutte le librerie, argh toglietemi quelle mani di dosso”, conclude prima di essere trascinato via con la forza.

Uno dei settori in cui le restrizioni si sono fatte sempre più serrate è stato quello dell’attività fisica. Prima sono state chiuse le palestre, e per molte persone è diventato veramente molto difficile inventarsi nuove scuse per non andare in palestra, poi hanno chiuso i centri sportivi, i circoli di tennis, i campi di calcetto, calcio, calciotto, calcio-balilla, insomma qualsiasi cosa che prevedesse un contatto tra due persone o la possibilità di emettere sudore particolarmente contagioso. Il permesso ai runner di continuare nel proprio sport preferito, è stato revocato da alcune regioni, poi hanno detto di “sì ma solo entro duecento metri da casa”, poi hanno detto “sì ma solo potendo evitare le persone appostate in strada per menarli”, poi hanno detto “forse no, forse sì, forse sì ma saltando su una gamba sola”, “sì ma solo ascoltando musica di Elettra Lamborghini”, e, cattiveria delle cattiverie, “sì ma solo nel giardino di casa De Luca“, a proprio rischio e pericolo.

Ora, il viceministro per la salute Pierpaolo Sileri, ha prima lanciato la possibilità dal 4 Maggio, nella cosiddetta fase 2, di iniziare a concedere ai cittadini la possibilità di andare a praticare running per quaranta minuti massimo al giorno poi, incalzato dalle continue richieste sia di spiegazioni che dagli insulti dei runner stessi ha precisato: “Abbiamo considerato tutti i suggerimenti che ci sono arrivati e grazie al comitato scientifico siamo giunti a una conclusione: i runner potranno tornare a correre liberi e spensierati per tutto il tempo che vorranno ma solo se ricoperti di piume o peli di animale, nei boschi, e nel frattempo apriremo la stagione di caccia. In questo caso riusciremo a far contente tre categorie: i runner, che rivivranno un piacevole rapporto sia con la corsa che con la Natura, i cacciatori che sono sempre una delle categorie più scassapalle con le loro doppiette in mano sempre desiderosi di togliere qualche vita, e i cinghiali che ormai sono diventati così di casa nella nostra Capitale, che li considero al pari dei nostri concittadini”.

Inoltre”, conclude Sileri, “siamo convinti di offrire a ogni runner che superi la settimana di allenamento senza essere impallinato, un week-end di puro divertimento nella savana dove, oltre che dai cacciatori e dai bracconieri, dovranno anche difendersi da tigri, puma e pantere, così si divertiranno sicuramente – gli animali, intendo”.

Davide Paolino

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