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Milano, ultimato in tempi record ospedale che accoglierà i gilet arancioni fra due settimane

Milano – Hanno provocato stupore e indignazione le immagini dei gilet arancioni scesi in piazza a Milano, senza mascherina, senza distanziamento sociale e soprattutto senza vergogna, dando vita a un assembramento così numeroso che sembrava di stare ai Navigli all’ora dell’aperitivo. Immagini che hanno spinto anche i meno catastrofisti a pronosticare un italico focolaio proprio tra i gilet arancioni, fra circa un paio di settimane. Sempre che il virus non li schifi.

In ogni caso il comune di Milano non vuole farsi trovare impreparato e ha allestito a tempo di record un ospedale per accogliere i manifestanti. Sarà una struttura totalmente dedicata ai gilet arancioni: infatti, per farli sentire a casa loro, si è deciso di riconvertire in ospedale Covid un locale tecnico adiacente alle fognature, nel sottosuolo di Piazzale Loreto.

Non è granché – afferma il professor Pizzingrilli, direttore sanitario della nuova struttura – ma questo è quello che siamo riusciti a fare con i fondi donati dagli amici sovranisti dei gilet arancioni. Il problema è che i soldi raccolti sono in Lire, per la precisione 84 mila lire, ma vendendoli a un collezionista siamo riusciti a ricavare 12 euro, sufficienti giusto per comprare un barattolo di vernice e un pennello per disegnare una H di ‘Hospital’ all’ingresso”.

Ma il giuramento di Ippocrate impone ai medici di riservare le giuste cure anche ai pazienti che prenderesti volentieri a ceffoni. “Noi non abbiamo pregiudizi – continua il professor Pizzingrilli – e metteremo i nostri degenti a loro agio. Sappiamo che quello dei gilet arancioni è un movimento eterogeneo, quindi abbiamo approntato dei reparti specifici per gli esponenti delle varie correnti. Per esempio abbiamo il reparto dei sovranisti, nei quali ai pazienti non verranno somministrate quelle terapie messe a punto e già testate con successo negli ospedali esteri, come quelli cinesi o coreani. Gli verrà invece somministrato ossigeno prelevato esclusivamente dal centro di Milano. Sappiamo che questo potrebbe ucciderli, ma è un rischio che i sovranisti correranno volentieri. Il reparto dei fascisti, invece, consiste in una serie di posti letto agganciati al soffitto dove i pazienti potranno essere intubati a testa in giù. Inoltre, in caso di decesso, garantiamo che i loro corpi arriveranno all’obitorio in perfetto orario. I negazionisti del virus, invece, verranno rispediti a casa a calci in culo perché c’è un limite a tutto, sarebbe d’accordo anche Ippocrate. Quelli che non si riconoscono né tra i fascisti né tra i sovranisti verranno collocati nel reparto ‘Coglioni generici‘. Per quanto riguarda il generale Pappalardo, dopo un rapido consulto interno, abbiamo deciso di assegnarlo direttamente al reparto di psichiatria, dove gli verrà infilata una camicia di forza. Naturalmente arancione”.

Lo stato quindi si farà trovare pronto per l’ondata di ricoveri, non resta che attendere due settimane. “Nel frattempo – conclude il professor Pizzingrilli – chiedo ai manifestanti di continuare a indossare il loro gilettino arancione, in modo da rendersi immediatamente riconoscibili al resto della popolazione, che in questo modo potrà tenersi a distanza di sicurezza da loro, oppure semplicemente riempirli di legnate, purché si abbia a disposizione bastoni lunghi almeno un metro. La stessa cosa quando verranno in pronto soccorso in preda ai sintomi: i gilet fosforescenti serviranno al personale sanitario per individuare subito i manifestanti e smistarli nel nuovo ospedale Covid, seguendo un protocollo che abbiamo chiamato ‘Sistema di individuazione e isolamento delle teste di cazzo’.

Eddie Settembrini

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