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Si fa l’autodiagnosi su internet e va in ospedale: il dottore gli consegna la laurea

Si fa l'autodiagnosi su internet e va in ospedale: il dottore gli consegna la laurea - Lercio

Moggiano sul Tamigi (BG) – Un 40enne di Virescit (BG), Alfredo Racci, volontario dei servizi sociali, è diventato a sorpresa il nuovo primario del Policlinico Sant’Alexandre Rodrigues da Silva, letteralmente una moderna favola a lieto fine con protagonisti in carne ed ossa. Racci si era recato in ospedale per un fastidioso rossore agli occhi con abbondante lacrimazione e, come dovrebbe fare ogni paziente diligente e scaltro che tiene alla propria salute, ha prima fatto un controllo su Google e sul manuale di Merck in modo da agevolare il dottore nel suo compito, poi si è convinto della sua autodiagnosi.

La prima ipotesi posta al vaglio del dottore fu una banale congiuntivite, la seconda una ben più grave uveite da contatto con materiale di Forza Italia, ma siccome in settimana si era recato al mercato equoesolidale per acquistare un pacco da 10 bustine di thè nero del Kilimangiaro, era stata vagliata anche l’ipotesi virus ebola e non aveva escluso un involontario consumo di eroina visto che lavorando nei servizi sociali quasi giornalmente era spesso a contatto con tossicodipendenti. Il paziente aveva stilato persino una lista dei farmaci idonei, qualunque fosse la diagnosi.

Racci, racconta l’assistente del primario, continuò ad esporre la sua discussione per circa 40 minuti, aveva praticamente escluso un ceppo di peste bubbonica, i cui sintomi furono descritti per l’ultima volta da Lampardo Rugolini nel 1356, la sindrome di Van Gogh che colpisce 8 studenti su 10 studenti che visitano i musei di Amsterdam ed il morbo di Rick Grimes non essendo stato morso da nessuno zombie, almeno recentemente.  Il Racci, finito di esplicare tutte le possibili cause, avrebbe detto: “Scusate, ora mi piacerebbe starla a sentire ma ho una certa fretta perché devo passare dall’ottico che ho finito il liquido per le lenti a contatto e sono 3 giorni consecutivi che non me le tolgo, quindi per favore mi dovrebbe segnare una confezione di collirio monodose al cortisone, un sapone non sapone, degli occhiali da saldatore non saldatore e un siero antivipera, grazie”.

A quel punto il primario del reparto di Primariologia, l’italosanmarinese Giulio Di Oscar, si è alzato in piedi visibilmente commosso per dedicargli una standing ovation di 3 minuti, poi lo ha ringraziato di tutto ed infine ha preso la laurea appesa nel suo ufficio e con un campione di argento proteinato ha sbarrato il suo nome e l’ha ceduta al paziente, alzandogli anche il voto: “Tieni, te la meriti! Se togliamo la scuola dell’obbligo ho sprecato i 13 anni migliori della mia vita a studiare quando sarebbe bastato andare su internet, è giunto il momento di riprendersi quella parte della mia vita che mi è stata sottratta dalla rete e con gli interessi”. Di Oscar ha annunciato che si trasferirà a Ko Samui in Thailandia dove potrà realizzare il suo sogno: impregnare le tavole da surf col sangue per fare filmati virali. Mentre per Racci, volontario e paziente modello, inizia una nuova vita.

 

Vittorio Lattanzi

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