DIGERI(TO) – Sarebbe dovuto essere un segnale per la ripartenza, l’accordo per la ripresa del campionato italiano di rutti sembrava ad un passo, ma l’ultima riunione tra l’Associazione Ruttatori e la Lega ha definitivamente spento le speranze di tutti gli appassionati di questa disciplina.
Le motivazioni sono legate ad un fattore del tutto tecnico, che oltre a ridurre la spettacolarità dell’evento sportivo, metterebbe a serio rischio la salute degli atleti, infatti il nuovo regolamento stilato dopo l’emergenza sanitaria legata al coronavirus prevedeva infatti l’uso della mascherina durante la performance degli atleti, oltre che all’esibizione a porte chiuse.
La fumata nera è arrivata però dopo i risultati della ricerca commissionata dalla L.R.I. (Lega Ruttatori Italiana) e precisamente all’equipe del professor Arnold H. Seltzer, che ha subito dichiarato: “Ruttare dentro la mascherina è dannoso per la salute degli atleti, che a lungo andare potrebbero rischiare di intossicarsi con l’aria auto-prodotta considerando poi che, in queste gare e a livelli così alti, c’è un forte uso di birre, coca cole e pepsi per caricarsi prima della gara”.
Delusione per tutti i partecipanti al campionato, come ci spiega Luigi Arialdi, cinque volte campione nella categoria ‘Over 100 Decibel‘: “Dispiace rinunciare cosi, ma torneremo a ruttare più forte di prima“. Che poi aggiunge: “Adesso mi concentrerò sul campionato europeo che si dovrebbe tenere a Rütti in Svizzera nel prossimo ottobre, sempre che l’epidemia lo permetta“.
Per i nostalgici delle competizioni fisiche quindi, in attesa che riaprano anche i campi di calcetto, non resta che sperare che riparta almeno il campionato peti, che però vede pareri contrastanti in tutte e tre le categorie: Peti massimi, Peti piuma e lancio del Peto.
Simone Gai