ROMA – “Una mobilità dolce che punta a scaldare i freddi cuori dei paesi frugali”; con queste parole, e con grande soddisfazione da parte del PD, il più gradito dei premier sgraditi Giuseppe Conte ha annunciato finalmente come verranno utilizzati i soldi del Recovery Fund. Una tale pioggia di denaro in arrivo capace sia di non far muovere un dito alla destra perché desidera banchettare anch’essa con quei soldi (anche dopo l’imminente successo alle regionali di mezza Italia previsto per il 22 settembre) e persino in grado di tenere in piedi questo governo ( anche dopo l’imminente schianto alle regionali di mezza Italia previsto per il 22 settembre). Una parte del denaro sarà a fondo perduto e un’altra destinata a prestiti agevolati che non restituiremo mai.
Il Partito Democratico sa che, come in ogni democrazia, quando arrivano dei soldi c’è una sola cosa da fare: costruire una pista ciclabile. Non dimenticandosi però di omaggiare quei paesi (frugali) che alla fine hanno ceduto al nostro fascino latino e ci hanno concesso il permesso di attingervi. Da qui l’annuncio, frutto di una mediazione tra l’impalpabilità del M5S e la monotematicità delle proposte del PD, della prossima grande opera pubblica: la più grande ciclopista del mondo che partirà da Roma e raggiungerà Maastricht in Olanda, città simbolo dell’ Unione Europea.
Millecinquecento chilometri di emulsione bituminosa e graniglia attraverseranno cinque stati entro il 2021 ed entro il 2023 raggiungerà la Svezia. Un omaggio per i “frugal countries” , (tradotto erroneamente alla lettera dai nostri giornalisti come paesi frugali) ovvero i Paesi più parsimoniosi dell’Unione, cioè quelli più attenti a una gestione accorta delle finanze pubbliche (o, per essere più chiari, quegli stati che certificano come verranno spesi i soldi provenienti dall’UE, sia con l’utilizzo di strumenti per evitare le frodi carosello, sia verificando che l’impresa, per esempio, non sia intestata a un defunto con sede nel porto di Enna).
Certo non è stato facile per il PD non scontentare l’ala grillina, da sempre contraria a progetti impattanti come Tav e Tap. Infatti, per preservare gli equilibri politici, al M5S sono state proposte due alternative col tentativo di sbloccare le resistenze interne: o una pista ciclabile con Gran Premio della Montagna annesso (Pizzo Centrale a 2999 metri d’altitudine) e passante per la Svizzera o, qualora si volesse evitare di passare in un paese non membro, una ciclabile Torino-Lione ma che introduca il concetto di traforo dolce, con un tunnel Mountain friendly interamente ciclabile. Sembrerebbe comunque che la maggioranza dei votanti su Rousseau abbia optato per quest’ultima. Infatti l’altra ciclovia sarebbe passata proprio attraverso il giardino della villa in Svizzera del loro leader spirituale che, con sobrietà e serenità, ha cercato di influenzare il voto con un messaggio ai suoi: “Vi faccio cacare sangue come un inviato di Del Debbio se vi avvicinate a casa mia”.
L’Italia dunque, è chiamata ad un compito ingrato: non sprecare le risorse del Recovery Fund. Questo penalizza molto il nostro Paese, leader da sempre nello sperpero di denaro e nella malagestione di risorse pubbliche. Resta da sperare che gli altri paesi europei si rimbocchino le maniche e decidano di fare peggio di noi.
Vittorio Lattanzi