Padova (PD) – L’epidemia di SARS-CoV-2, come purtroppo sappiamo, ha duramente colpito il territorio veneto. Tutte le bestemmie usate dai veneti per imprecare contro il virus hanno sì aiutato la popolazione a sopportare questa dura prova, ma purtroppo non hanno dato risultati in termini di immunizzazione dal contagio.
Attestata ormai l’inefficacia delle preghiere, i veneti hanno deciso quindi di investire ancora maggiori risorse ed energie nelle bestemmie, settore nel quale la regione è da sempre un’eccellenza, tanto che ormai da tempo si parla di “modello veneto del turpiloquio”. Ed è proprio da questo territorio che arriva una speranza nella lotta contro l’epidemia.
“Dio can ma chi è chel mona de proteina Spike del virus che se lega al recettore Ace…ma che ooooooh…dio canaja de dio”. Questa la bestemmia messa a punto da un team di ricercatori dell’Università “Germano Mosconi” di Padova, che sarebbe in grado, secondo gli esperti, di attivare un’efficace risposta immunitaria in chi la pronuncia.
Il team, guidato dal professor Andrea Cristonanti, ha portato a termine con successo la fase della sperimentazione sugli animali (cani e maiali, principalmente), per poi passare alle prime due fasi della sperimentazione sugli uomini, quelle in cui si sono testate l’efficacia (molto elevata) e l’eventuale presenza di effetti collaterali (nessuno, se si eccettua un volontario colpito da un fulmine mentre passava accanto a una chiesa, ma il legame con la bestemmia non è stato dimostrato).
Ora la sperimentazione è in fase 3, vale a dire che la bestemmia viene testata su un campione di 50.000 volontari suddivisi in due gruppi, secondo il sistema del doppio cieco. Al gruppo sperimentale è stato distribuito il testo della nuova bestemmia, mentre al gruppo di controllo è stato dato un testo contenente una bestemmia placebo (un innocuo Porco zio!).
“È una bestemmia molto promettente – afferma Cristonanti – sostanzialmente diversa dalla semplice sequenza di ‘dio can’, qui siamo di fronte a una composizione assai più complessa. L’auspicio è che possa essere disponibile per tutti già a Natale, periodo in cui, secondo i nostri studi, dovrebbe manifestare la sua massima efficacia”.
Non resta quindi che attendere con fiducia l’esito della sperimentazione. Ma non solo il Veneto, anche la Toscana sta testando la sua bestemmia, messa a punto dall’Università “Mario Cardinali” di Livorno e il cui studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Il Vernacoliere“. Si tratta della promettente bestemmia “Maremma maiala impestata del virus della tu sorella”, che però è ancora in fase 2.
Eddie Settembrini