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Lombardia, Fontana ruba ambulanza per fuggire dopo la rapina a un orfanotrofio ma ha una spiegazione

Foto Credits: Augusto Rasori

Milano – Ha tentato la fuga in tram verso le sei del mattino, dalla bottiglia di orzata dove galleggia Milano. Non è stato difficile seguirlo il casinista della Baggina, la sua mascherina che sfregava sulla barba sfatta mandava luce di lampadina.

Stiamo, ovviamente, parlando del governatore della Lombardia Attilio Fontana che ha compiuto una serie di atti assolutamente privi di senso (cioè una serie nuova!), con l’intenzione di distogliere l’attenzione dalla pessima gestione lombarda della pandemia.
Certo, non siamo ancora ai fasti del 2020, con test sierologici bloccati mentre la regione spendeva 21 milioni di euro di donazioni per l’ospedale della Fiera di Milano in cui sono transitati soltanto una ventina di pazienti ed emanava una delibera con cui i pazienti “Covid positivi” dimessi dagli ospedali venivano mandati nelle RSA con i drammatici esiti che conosciamo, ma anche il 2021 ha già regalato alcune perle di indiscusso valore, come la permanenza della Lombardia in zona rossa invece che arancione a causa dell’irregolarità dei dati epidemiologici comunicati all’Istituto Superiore di Sanità, il sistema di prenotazione dei vaccini in tilt, l’invito agli ultra 80enni di non avere fretta e di stare sereni (da anni la frase rassicurante per antonomasia) mentre nei frigoriferi giacevano circa 300.000 dosi di vaccini e migliaia di persone venivano immunizzate senza che ne avessero diritto, sino alla recentissima notizia secondo la quale, per nuovi errori nell’invio dei dati, la regione sarebbe rimasta gialla per troppe settimane, quando invece sarebbe dovuta essere già in arancione, per cui invece di essere sottoposta a maggiori restrizioni ha continuato indisturbata con il rito dell’aperivirus.

È a questo punto che Fontana ha dato il via alla sua psichedelica sequenza: dopo essersi calcato sulla testa un cappello da Napoleone, si è fotocopiato il culo in centinaia di copie che ha distribuito nei diversi uffici, poi ha indossato tutti in una volta mille dei 25.000 camici donati dal cognato e così imbottito sarebbe rotolato giù dai 118.000 scalini di palazzo Lombardia cantando a squarciagola:
Mi chiamo Giumbolo Giu-Giumbolo Giu-Giumbolo
Io son felice sempre gongolo e rigongolo!
Quando mi muovo io ballonzolo ballonzolo!
Poi gongolo e rigongolo la notte e il dì!


Giunto in strada ha toccato il culo a una suora, comprato un copia di Metal Mania e di Biblioteche Oggi, ed è entrato in un bar per ordinare un panino acciughe e Nutella che ha cercato di pagare in Minibot facendolo segnare sul conto di Borghi. Dopo si è recato in un negozio Tim e ha chiesto di vedere tutto il campionario degli ultimi modelli di Videotel. Cacciato in malo modo ha reagito urlando il suo canonico “Questo è uno schiaffo alla Lombardia!” ma si è rapidamente consolato copulando con un manichino dell’OVS di corso Garibaldi; durante tale amplesso ha cercato di tranquillizzare gli attoniti clienti spiegando che il manichino era di genere femminile.
Inseguito dai commessi inferociti si è nascosto presso l’orfanotrofio “Carlo Pietro Giovanni Guglielmo Tebaldo Ponzi” di cui ha provveduto a trafugare la cassa con le donazioni per poi approfittare di un’ambulanza incustodita nel parcheggio di un ospedale lì vicino e sfrecciare a sirene spiegate lungo i Navigli, facendo tappa solo per pisciare da uno dei balconi del Bosco Verticale invitando i passanti a sollevare lo sguardo e annunciando “Boeri, guarda come innaffio le tue cazzo di primule!“.


Dopo un inseguimento a rotta di collo per le vie della città, che ha toccato punte di ben 4 km/h nel tratto fra viale Eginardo e viale Scarampo, la fuga si è interrotta bruscamente quando il veicolo guidato dal presidente lombardo con un triplo carpiato con avvitamento degno di Holer Togni si è tuffato nella Darsena. il conducente è però immediatamente saltato fuori dal mezzo tranquillizzando i suoi inseguitori: “Tranquilli, so camminare sulle acque“.

Recuperato pochi secondi dopo quando era già in fase di annegamento, Fontana ha respinto tutte le accuse che gli venivano mosse, compresa quella di non aver ancora imparato a indossare correttamente la mascherina, dichiarando che la colpa non è sua ma del governo Conte, che geloso dei successi della Lombardia mira solo a creare nuove difficoltà per impedirgli di amministrare e metterlo in cattiva luce.
Informato che Conte non è più presidente del Consiglio ormai da quasi un mese, Fontana ha chiesto di liberarlo qualche secondo dalla camicia di forza che lo cingeva in modo che potesse fare una telefonata:
Chiama il suo avvocato?
No, Gallera. Gli dico che da oggi non è più assessore nella mia giunta così impara a non tenermi aggiornato!

Augusto Rasori



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