“Chiediamo scusa a tutti i lettori, sappiamo di aver omesso dei fatti importanti in un nostro articolo dal titolo ‘Lotta al Covid: ecco la dottoressa che sta lavorando per sconfiggerlo’, in cui si presentavano i favolosi progressi raggiunti grazie alle scoperte di Clotilde Fanelli, scienziata ed epidemiologa del S. Orsola di Bologna. Abbiamo parlato nello specifico delle nuove cure contro il Coronavirus messe in atto dal team guidato dalla dottoressa, ma, purtroppo, ci siamo dimenticati di dire che Clotilde, oltre ad ad essere un medico straordinario, è anche una mamma incredibile, che si divide tra le faccende di casa e una pubblicazione scientifica che cambierà il futuro della medicina. Ma volevamo anche informare i nostri lettori che questo non le ha mai impedito di cambiare il pannolino al suo piccolo di 16 mesi. Purtroppo queste informazioni ci sono giunte in ritardo. La dottoressa, che avevamo sentito per telefono, aveva forse ritenuto che queste precisazioni fossero secondarie rispetto alle scoperte medico-scientifiche che sta portando avanti da anni. Vi possiamo, però, assicurare che per noi non è così: dietro una grande scienziata c’è sempre una mamma che lotta per non far mancare nulla alla propria famiglia” .
Inizia così la lunga lettera di scuse che il quotidiano La Repubblica ha indirizzato ai tanti lettori che avevano protestato contro l’autore del pezzo sulla dottoressa Fanelli, accusandolo di aver omesso dettagli decisamente basilari per la completezza dell’informazione. Un fiume di commenti nel quale persone come Adinolf71 non hanno rinuciato a dire la loro: “Omettere che la suddetta dottoressa sia anche mamma è un fatto grave e tendenzioso. Lei potrà anche essere uno sicenziato eccezionale, come si evince dall’articolo, ma se dopo aver curato centinaia di persone, dovesse venir fuori la sua inadeguatezza nei confronti della famiglia, il mio giudizio non potrà che essere profondamente negativo”. C’è stato poi chi come SimoPillo71 ha voluto precisare il valore del massaggio: “In questo articolo non c’è ad esempio nessun riferimento ai gusti sessuali della cosiddetta dottoressa. E se ci trovassimo di fronte all’ennesimo messaggio di stampo gender? Da lettore ho tutto il diritto di sapere se chi mi cura ha una normale famiglia, un marito e dei figli che cresceranno con gli indissolubili esempi di madre donna e padre uomo, è uno scandalo omettere tali informazioni” .
Nessuno si aspettava che proprio Repubblica, testata che non ha mai mancato di sottolineare che chi svolge con dedizione la missione di mamma possa essere anche una brava professionista, commettesse una simile omissione, perché puoi essere scienziata o calciatrice o presidentessa della Repubblica (no, quello ancora no) ma la cosa più importante resta comunque che la mamma è sempre la mamma.
Sergio Marinelli