Fiumicino (Roma) – Nuovo scandalo per il vaccino AstraZeneca, dopo il caso delle 29 milioni di dosi rinvenute ad Anagni. Questa volta sarebbe coinvolto un dirigente dell’azienda anglo-svedese (in precedenza definita anglo-italiana, almeno finché le cose non sono andate a puttane, NdR), che avrebbe occultato diverse centinaia di dosi nell’intestino, pur di non consegnarle all’Unione Europea.
Paolo Chiavar, manager farmaceutico di lungo corso, è stato fermato stamani all’aeroporto di Fiumicino, dopo che il body scanner ha segnalato qualcosa di anomalo. Il dirigente emanava infatti un forte segnale WiFi, tanto che per la prima volta gli addetti ai controlli sono riusciti a vedere in modo fluido i filmati Youtube che guardano durante l’orario di lavoro. Gli strumenti hanno rilevato nel corpo di Chiavar centinaia di chip 5G, che da ulteriori accertamenti risultano inseriti in altrettante dosi di vaccino AstraZeneca.
Il manager nelle settimane scorse era stato inviato dalla sua azienda in Colombia per un corso di aggiornamento: le indagini avevano poi rivelato che aveva frequentato nei peggiori bar di Medellin un gruppo di narcotrafficanti, per capire come trasportare le dosi senza farsi beccare. Chiavar aveva imparato a inserirsi ovuli su per lo sfintere per sfuggire ai controlli, ma era stato fregato dai chip nei vaccini. Al momento del fermo aveva con sé circa mille dosi del siero AstraZeneca, compresi 3 casi di trombosi cerebrale del seno venoso associati a trombocitopenia e 2 feti vivi.
Paolo Chiavar per ora non ha rilasciato dichiarazioni. In attesa dell’arrivo degli avvocati di AstraZeneca, è stato paparazzato sul retro della stazione di Polizia di Fiumicino, seduto su un’altalena in mezzo a un campo, con lo sguardo perso del vuoto. Le oltre mille dosi prelevate dal suo intestino e poste sotto sequestro saranno ora messe a disposizione della traballante campagna vaccinale italiana, ad eccezione di 10 fiale, destinate direttamente alla vaccinazione di Andrea Scanzi.
Andrea Michielotto
