Terzigliano (NA) – Si chiama ‘Spragola’ l’ultima creatura del colosso biotech Mo’ Santo: una spigola che unisce tutte le proprietà nutritive del pesce di oggi (mercurio, veleni e additivi) al gradevole gusto delle fragole coltivate in terra di camorra.
La spragola fa parte della nuova linea di alimenti che la multinazionale ha lanciato sul mercato, assieme ai germi di soia alcolici (nelle varianti spritz a 10° e bourbon a 37°), al maiale a 16 gambe (destinato alla produzione di prosciutti) e alle arance aromatizzate ai pianeti (sanguinella marziana, tarocco giallo venusiano, ammuffito nettuniano ecc.).
Ma tra tutte queste novità, la spragola ha decisamente caratteristiche uniche. Il nuovo pesce è stato pensato per il massimo del confort nella preparazione culinaria. I bioingegneri della Mo’ Santo lo hanno dotato di una cerniera lampo cartilaginea sul ventre: per squamarlo è sufficente aprire la zip e sfilare l’abito. Anche la sfilettatura è stata resa il più agevole possibile, le spine del pesce sono retrattili e attivando un pulsante in prossimità della pinna caudale, la colonna vertebrale si trasforma in un tubicino estraibile attraverso l’ano.
La Mo’ Santo ha anche deciso di applicare l’opzone ‘Terminator’ ai suoi pesci, che risultano sterili. Ogni allevatore in ogni parte del globo dovrà quindi acquistare gli avannotti ad ogni generazione. Un piccolo passo avanti per la Mo’ Santo, un grande passo avanti per la disumanità.
Gianni Zoccheddu