Napoli (Gialla) – La voglia di uscire – anche a costo di violare qualche regola – di gran parte degli italiani è ormai evidente. Basta aprire una pagina di un qualsiasi quotidiano che ci si accorge di quanto tutta la popolazione sia in fermento.
Ma le riaperture non sono state percepite tutte nella stessa maniera, c’è chi, soprattutto a Napoli, ma in generale in tutta la regione, ha visto nel ritorno alla zona gialla un elemento in meno per poter trasgredire. “Lunedì sera, erano le 21, e mi sono trovato davanti ad un semaforo lampeggiante con il mio scooter e sono passato liscio, ma poi ho pensato: Maronn ro Carmine, il semaforo non era rosso, il coprifuoco non era ancora scattato e per di più potevo girare tranquillamente per tutta la regione. M’è venuto l’istinto di sbattere la testa contro il muro ma mi sono accorto d’indossare il casco, molto probabilmente m’era caduto in testa senza accorgermene. Sono scoppiato in lacrime e ho cercato di rimediare tentando una rapina in una tabaccheria. Ma a quel punto era scattato il coprifuoco delle 22 ed era tutto chiuso, così me ne sono tornato a casa piangendo come un bambino”, è la drammatica testimonianza di Gennaro Ciro Esposito detto ‘O Cacchitiello, che come tanti altri suoi conterranei, sono rimasti scioccati dall’impossibilità di infrangere leggi o restrizioni.
Un grido d’allarme sulla carenza di regole di cui potersi infischiare era arrivato, già da qualche giorno, dal governatore De Luca che aveva iniziato le inoculazioni agli under 60, in barba alle direttive del Gen. Figliuolo, per cercare di riequilibrare la situazione.
E se colui che meno di un anno fa invocava il rispetto delle regole, pronto a reprimere i trasgressori con l’utilizzo di un lanciafiamme, non ha potuto resistere all’impulso di violarle, si può solo immaginare lo stato d’animo delle persone in strada. La popolazione campana è in fermento: chiedono più restrizioni, per potersene sbattere il cazzo di più, speriamo arrivino al più presto.
Sergio Marinelli