Enfise (MA) – Si è aperta ieri sera con numerosi colpi di tosse e crisi respiratorie nella hall di un albergo di Enfise – un paesino del Marocco di trecento abitanti dell’hinterland di Casablanca (tutti intubati in terapia intensiva all’ospedale militare Mohammed V di Rabat, ndr) – la presentazione in anteprima assoluta di una esclusiva nuova linea di mascherine fashion-sanitarie per il mento; accessori pensati per persone vanitose con gravi bias cognitivi, per individui con vari disturbi della personalità che amano farsi notare per strada e per semplici coglioni con il pallino per la moda eccentrica.
Ad inaugurare la sua collezione di mascherine alternative e ad espettorare sul pavimento una massa tondeggiante di muco verde delle dimensioni di un polpo dopo una sincope da tosse lunga tre minuti, lo stilista italo-marocchino no-vax e designer di oggetti del cazzo Abdelhakim Gozzi.
Al termine dell’esibizione delle modelle, tutte fan di Sara Cunial o bimbe di Davide Barillari, un Gozzi oramai in ipossiemia con la temperatura corporea di 38 gradi e mezzo e la saturazione di ossigeno nel sangue scesa al 92%, ha annunciato la messa in commercio di altre due sue creazioni pensate per soggetti autolesionisti con bassa autostima che hanno bisogno di farsi commiserare dagli altri: le stampelle in vetro di Burano e la finta ingessatura da braccio fatta con le bende imbevute nella calce viva.
La bella kermesse si è conclusa a tarda notte con l’arrivo di settantaquattro ambulanze.
I funerali di Abdelhakim Gozzi, delle modelle, dei truccatori e dei parrucchieri si svolgeranno in forma privata, e senza assembramenti, domani mattina in un posto segreto che conosciamo solo noi e che non riveleremo perché si sa che gli emulatori dei minchioni non mancano mai.
Andrea Canavesi