“Non era sicuramente un mio cliente“, ha dichiarato infastidito Jeff Bezos. “Nemmeno mio!“, ha risposto Elon Musk. “Tanto meno mio!” ha replicato Richard Branson.
Insomma, nessuno dei tre imprenditori che hanno dato il via alla moda del turismo spaziale è disposto ad ammettere che chi si è macchiato di un gesto così disumano fosse un proprio cliente.
Sì, perché oggi – abbandonato all’altezza del chilometro 86 milioni sulla spaziostrada Terra – Marte – è stato trovato Hubble, un giovane esemplare di beagle. Il cane è apparso in buone condizioni, come dimostrava anche il fatto che al momento del ritrovamento stava giocando con un paio di satelliti.
Le indagini per risalire a chi avesse compiuto tale scellerata impresa sono state lunghe e complesse, sino a che non si è pensato di dare un’occhiata alla medaglietta che il cane portava al collo e sulla quale erano indicati nome e indirizzo del suo proprietario: Brescio Bergamin, un imprenditore nel ramo dei profilati in amianto che sta talmente sulle balle a tutti, parenti compresi, che non è riuscito a trovare nessuno che gli guardasse il cane. “Che dovevo fare? Ho speso una fortuna per andare su Marte a cercare nuovi clienti. Sapete quanto costa un Camogli in uno Spaziogrill? 12.000 euro! Non avevo più spicci nemmeno per pagare un dog sitter!”, ha dichiarato mentre veniva fermato alla dogana del pianeta rosso.
Anche Putrella, la moglie di Bergamin, ha cercato di prendere le difese del marito: “Brescio è una brava persona. Guardate il suo profilo Facebook. È piena di foto di cani e cuoricini e di post contro migranti e comunisti!“
Nel frattempo Hubble, prima di essere affidato a una famiglia di extraterrestri che mostri maggior umanità, ha legittimamente depositato sullo zerbino dei Bergamin una cacata che potremmo definire non di questo mondo.
Augusto Rasori