Non si sono ancora spenti gli echi dell’inchiesta giornalistica di FanPage su Fratelli d’Italia in cui si mostrano gli umori più profondi e radicati del partito capitanato da Giorgia Meloni, nel video si vedono membri di FdI inneggiare s Hitler, dileggiare ebrei e immigrati e, chi l’avrebbe mai immaginato, fare più volte il saluto romano. Anche se per la Meloni, soprattutto in periodo elettorale, questo video è risultato una brutta gatta da pelare, per altri esponenti del suo gruppo, più legati al territorio, non è altro che un bellissimo spot elettorale: “Ahahah, che bello, mo vie’ fori che tra le file de Fratelli d’Italia ce stanno li fascisti? Ma nun me dite”. A parlare è un politico legato alle liste di Michetti a Roma, Giorgione Tesdrumo, che aggiunge: “Mo pijamo ancora più voti, anche qua a Roma famo così, comunque, me raccomanno, votatece!” .
Ma se in molti non si sono meravigliati per questa vicenda, a destare scandalo unanime è stata la ancor più recente inchiesta di FascPage. In particolare il video nel quale un politico del Partito Democratico invoca impunemente e ripetutamente politiche di sinistra. Fascpage ha rivelato come – incredibilmente – alcuni esponenti del PD si preoccupino ancora delle politiche sociali del paese. Nel video si sente un candidato della compagine guidata da Enrico Letta dire qualcosa in favore delle classi più deboli: “Dobbiamo lasciare più soldi nelle tasche degli operai!“. Erano anni che nelle file del partito non si sentivano più parole del genere, un passo falso talmente maldestro da creare imbarazzo anche ai piani alti.
A stretto giro è intervenuto il segretario del partito Enrico Letta: “Verificheremo, ma sono sicuro che si tratta di una boutade, non è nel nostro DNA parlare di politiche di sinistra, ho chiesto a Fascpage tutto il girato per valutare l’eventuale espulsione dal partito del politico che ha espresso questi concetti così gravi, che ci fanno tornare indietro di decenni, quando in politica si coltivavano concetti astrusi e violenti come quelli dell’uguaglianza e della solidarietà, portano a risultati mostruosi come la tassazione progressiva e la sanità pubblica gratuita”.
Insomma, un duro colpo per il Pd, proprio a due settimane dal decisivo ballottaggio a Roma, Torino, e altre città, come dimostrano le reazioni della base : “Sono rimasto di stucco – ci dice uno storico elettore – non credevo che dentro al nostro partito ci fosse qualcuno ancora vagamente progressista, ora non mi resta che virare su Italia Viva, almeno sono sicuro che lì dentro non c’è nessuno che sappia cosa significhi essere di sinistra, addio mio caro Enrico Letta”.
Sergio Marinelli