Roma – Ad oggi sono circa un milione i ragazzi tra i 12 e i 19 anni che non hanno ancora ricevuto una dose di vaccino. “Un dato preoccupante – ha detto il ministro Roberto Speranza – perché quella è l’età in cui si limona moltissimo, almeno così mi hanno detto”.
Quindi il governo ha deciso di imprimere un’accelerazione e, preso atto che lo spot in favore dei vaccini con Giacomo Poretti e Alberto Angela non sta facendo particolarmente presa sui giovani, ha deciso di rivolgersi a dei testimonial più in target. Da qui una riunione di emergenza tra il premier Draghi, il ministro della Salute Speranza, la ministra delle Politiche giovanili Fabiana Dadone e il professor Locatelli.
Scartata la proposta di Speranza (“Ai giovani piace la rock music, quindi chiediamo ai Pooh”) perché ritenuta all’unanimità una cazzata, si è andati avanti per ore in cerca di una soluzione. La riunione stava terminando con un nulla di fatto quando Locatelli a un certo punto ha detto: “Signori, ormai il sentimento di noia in me si è fatto prevalente, andiamo a consumare un gelato?”. A quel punto la lampadina si è accesa nella testa di Draghi: “Chiediamo a coso, lì, quello che fa i disegnini! L’ha visto mia nipote su Netflix”.
E così, visto il successo di “Strappare lungo i bordi”, il governo ha deciso di contattare Michele Rech, in arte Zerocalcare, per affidargli la campagna vaccinale dedicata ai giovani. L’artista romano ha subito accettato in cambio di una pizza Margherita.
L’idea è quella di realizzare delle pillole di video con le scene della serie riadattate al tema della vaccinazione. Quindi avremo Er secco che rivolto a Zero pronuncia la frase: “Sticazzi, s’annamo a fa’ er vaccino?”, frase che è anche il titolo della campagna. E poi, quando Zero torna dall’hub vaccinale, l’ormai celebre scambio con l’armadillo:
– “Te sei vaccinato?”
– “Sì”
– “Bravo, sei cintura nera de come se schiva er virus”.
E ancora:
– “Alice, ma la cicatrice del vaccino quando passa?”
– “La cicatrice non passa, è come una medaglia che nessuno ti può portare via. Così quan…aspetta, ma che cazzo stai a di’? Il vaccino non lascia nessuna cicatrice, deficiente!”
Il presidente Draghi, però, ha pensato anche a risolvere la questione della poca fruibilità a livello nazionale del dialetto romanesco: “Siccome non vogliamo far vaccinare solo i ragazzi di Roma ma quelli di tutta Italia – ha dichiarato il premier – ho chiesto personalmente a Michele Rech di realizzare gli spot anche in altri dialetti. Quindi avremo la versione napoletana ‘Chissn fott, iamm a fa o vaccin?‘, quella piemontese ‘Va bin, ‘nduma a vacinese?‘, quella toscana ‘Importa una fava, sicché ci si vaccina?‘, quella marchigiana ‘Jemece a vaccina’, vaffangulo‘, e quella sarda che però nessuno di noi è in grado di pronunciare. Ora mi rivolgo direttamente ai ragazzi: dai su, se su 5 milioni di dosi di vaccino non te ne va bene manco una, forse sei te che non vai bene”, ha concluso Draghi assumendo l’aspetto di un armadillo.
Eddie Settembrini